"iPerché" di Impaginato, risponde Pascucci: con Pizzarotti porteremo in Ue il civismo dei territori


Parla il segretario del movimento Italia in Comune: così nasce una scommessa per andare oltre il Pd


di Francesco De Palo
Categoria: ABRUZZO
25/03/2019 alle ore 11:07



Un dialogo prismatico, che parte dai territori e che corre lungo quell'asse progressista di +Europa, Verdi, mondi legati all'associazionismo e terzo settore, auspicando anche di farsi megafono per i pezzi di elettorato che, ad esempio in Abruzzo, hanno scelto la carta del non voto.

Italia in Comune, il movimento politico fondato un anno fa dal sindaco di Parma Federico Pizzarotti e dal sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci (che ne è coordinatore nazionale) scommette sui territori come talento da far fruttare e non da sotterrare per poi usarlo strumentalmente solo alla bisogna.

In questa conversazione con Impaginato, Pascucci ragiona sul perimetro valoriale di IC, sulle possibili interlocuzioni politiche, ampie e variegate, nella consapevolezza che all'orizzonte il primo banco di prova saranno le europee di maggio.

Che cos'è Italia in Comune e in quale raggio di azione di muove?

E'un partito nato dallo spunto di una serie di amministratori locali, come i sindaci di Cerveteri, Parma, Latina certi che occorra una nuova forza che curi le istanze dei territori, riportandole all'attenzione dei due rami del Parlamento. Il perimetro valoriale è definito dalla nostra carta dei valori dove vi sono i nostri richiami alla Costituzione, alla solidarietà, ad uno sviluppo economico che metta al centro l'individuo. Quel campo che in Europa si definisce progressista.

IC può riuscire a comporre quella cornice che Calenda fatica a realizzare perché troppo associato al Pd?

Intanto abbiamo raggiunto un accordo, inscindibile, con i Verdi per andare assieme alle elezioni europee. Contestualmente stiamo dialogando con una serie di forze, come +Europa con cui abbiamo avuto un interessante incontro due giorni fa a Bologna e come i soggetti della sinistra tradizionale che non intendono né fare un percorso con il Pd né avvicinarsi ad una posizione estrema. Con loro tenteremo di allargare la nostra base, se vi saranno le condizioni, prima di tutto, programmatiche e in secondo luogo metodologiche e di composizione delle liste.

L'esperimento Legnini in Abruzzo cosa può offrire al fronte civico?

In Abruzzo credo vadano pesate due questioni. Il Pd ha incassato un risultato magro, segno che qualcosa non funziona davvero in quello che dovrebbe essere il più grande partito progressista. In secondo luogo la presenza di forze alternative di stampo civico ha consentito a Legnini di ottenere comunque un buon risultato che, se non gli ha fatto vincere le elezioni, comunque lo ha avvicinato a quei numeri che consentirono a Nicola Zingaretti di vincere le regionali in Lazio.

Nel libro "Italia Disunita tra populismo e sovranismo" del giornalista Francesco Provenzano si racconta il civismo come punto di caduta di movimenti e associazioni. Come può trainare anche il mondo del non voto e dei delusi dal M5s?

Civismo è un concetto interessante che in alcuni casi è stato usato a sproposito, come quando si è voluta dare una cornice a esponenti del passato che non trovavano spazio nei partiti. IC parte dalle esperienze degli amministratori, dal civismo e dal terzo settore ma punta a strutturarsi in modo tradizionale. Sono convinto che questa potrà essere una risposta valida, anche perché il M5s ha deciso di usare persone non competenti nei ruoli apicali del Paese, con le conseguenze sotto gli occhi di tutti, come la nomina di Banfi all'Unesco o il voto online per decidere se procedere contro un ministro. Credo che la strada corretta sia quella della competenza e delle persone giuste al posto giusto.

Come intende colmare IC quella distanza con i territori che i grandi partiti hanno manifestato?

Una delle motivazioni per cui IC è nata è proprio per annullare la distanza tra politica e territori. Spesso accade che qualche consigliere comunale voti un provvedimento in funzione delle direttive del proprio capopartito piuttosto che nell'interesse cittadino. Uno dei prerequisiti di IC è che la sezione aperta in ogni città sia autonoma, senza dipendere dagli altri coordinatori regionali o provinciali per garantire l'autogoverno.

Come strutturate il dialogo con il terzo settore e con il mondo dei corpi intermedi?

Una delle cose che ci sentiamo dire molto spesso quando incontriamo questi mondi è che non intendono fare politica. Invece noi riteniamo che la politica vera sia proprio quella che fanno i presidenti di tali associazioni, gli attivisti degli oratori, del mondo culturale, artistico, del volontariato, o del sindacato.

Il patto con i Verdi europei e italiani è già stretto in vista alle europee e sabato prossimo al Quirino di Roma ci sarà il suo battesimo. A cosa puntate?

Il 4% è la soglia minima sotto la quale non possiamo andare, per cui essendo questa la nostra prima esperienza nazionale consideriamo le europee un esperimento.

 

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