Nel 2006 prese parte ad una piattaforma di idee e spunti per l'Italia, chiamata la “Tavola dei Volenterosi”. Assieme a una serie di personaggi del mondo politico e mediatico italiano, come Bruno Tabacci, Nicola Rossi, Francesco Giavazzi, Alberto Alesina, Franco Debenedetti, Giuliano Da Empoli, Paolo Messa e Antonio Polito, diede filo e ago a un network trasversale per stimolare un pacchetto di riforme economiche e sociali.
Ma Daniele Capezzone a quel tempo era già molto vicino alla politica attiva, essendo già stato quattro volte segretario dei Radicali Italiani per poi aderire a Forza Italia. Oggi milita in Direzione Italia di Raffaele Fitto ed è Presidente della Commissione Finanze della Camera, oltre che scrivere per varie testate come Libero, Washington Times, Formiche.
Ha all'attivo anche due libri: “Uno shock radicale per il XXI secolo” nel 2003 e “Euroghost - Un fantasma s'aggira per l'Europa” nel 2004.
D. Che cosa vuol essere e dove vuole andare "New Direction Italia", il ramo italiano della "New Direction Foundation", la fondazione culturale europea nata con il patrocinio della signora Thatcher di cui lei ha assunto la direzione?
R. E' una iniziativa non politica, nel senso che non è un'iniziativa di partito. Una serie di personalità del mondo accademico, imprenditoriale, delle professioni, e anche movimenti giovanili, hanno deciso di promuovere sul piano culturale un'agenda pro-mercato in economia e pro-atlantica in politica estera. Mi pare che in Italia sia necessario avere nuovi luoghi di elaborazione, e l'ispirazione thatcheriana è una bussola sicura, di limpida impronta liberale.
D. Quali i pro e i contro della Flat Tax?
R. Sono un antico sostenitore della flat tax: semplifica il sistema fiscale, riduce la vessazione, può aiutare a ridurre l'oppressione fiscale e quindi anche a incoraggiare da parte di tutti il pagamento di una somma ragionevole al fisco. Però suggerisco di avere anche un piano b, che è quello che con Raffaele Fitto e i miei colleghi deputati e senatori proponiamo da tre anni (con emendamenti ammessi tecnicamente, dunque si può fare, ma respinti politicamente dal governo): anche a sistema fiscale esistente, proporre un taglio secco di tasse e spesa nell'ordine di 40 miliardi di euro. E' quello che abbiamo chiamato shock fiscale: meno tasse e meno spesa in una misura fortissima, per tornare a crescere davvero.
D. Chi avvantaggia e quali risultati potrebbe portare?
R. Un taglio secco (o in forma di flat tax o nella forma che ho descritto da ultimo) avvantaggerebbe tutti: imprese, lavoratori, famiglie. Mi sembrano essenziali due cose. Primo: ridurre una insopportabile tassazione sugli immobili. Tuttora, seconde case, capannoni industriali, negozi, botteghe artigiane e studi professionali subiscono una stangata insopportabile. Secondo: essere credibili sui tagli di spesa, cosa a cui non sempre il centrodestra dedica la giusta attenzione, purtroppo.
D. E'vero che le ultime decisioni del governo su bonus e contributi sono un ritorno alla vecchia politica, come dimostra il fatto che rispetto al governo Berlusconi l'attuale fa segnare un più 80 miliardi di spesa pubblica?
R. I governi Renzi e Gentiloni sono stati un disastro. Hanno rovesciato gli stessi principi a cui Renzi aveva detto di volersi ispirare. Parlava di merito, di giovani, di piramide rovesciata. E' finito a bonus, mancette, pensioni e concorsone per statali. E' la solita sinistra che non cambia mai.
D. Perché avete ritenuto che il referendum del 2016 fosse da bocciare?
R. Perché il Senato andava abolito (e Renzi ci disse no, come del resto i suoi sostenitori nazareni, in quella fase), e non trasformato in un dopolavoro per consiglieri regionali.
D. Recentemente ha detto: "Forza Italia adesso è attenta solo ai cani e alle dentiere: temo quando inizieranno a parlare di dentiere per cani". Dove pecca il partito del Cavaliere?
R. Nessuna polemica da parte mia. Ma un invito a tutto il centrodestra a politiche credibili sui tagli di spesa, oltre che sulle proposte fiscali. E dubito che pappa per cani e dentiere siano ciò di cui l'economia italiana ha bisogno per ripartire.
D. Un centrodestra unito, dal centro alla destra salviniana, è possibile? E su quale base programmatica?
R. Gli elettori vogliono un centrodestra unito, rinnovato, alternativo alla sinistra. Noi di Direzione Italia, con Raffaele Fitto, abbiamo convintamente sostenuto tutti i candidati di centrodestra alle ultime amministrative, da Genova a Rieti, da Padova a Verona, senza eccezioni, in qualche caso risultando numericamente decisivi (portando dal nulla, alla prima prova elettorale, un 2% anche nelle realtà più difficili). Sarebbe ora che il centrodestra valutasse questo apporto, e si aprisse a una componente liberale, innovativa, credibile.
D. Che ne pensa delle primarie di coalizione? Vi prenderà parte anche Raffaele Fitto?
R. Sarebbe la soluzione migliore, più volte auspicata da Fitto e da noi, anche per coinvolgere i cittadini nella ripartenza del centrodestra. Mi pare però (e me ne dispiaccio) che molti protagonisti escludano questa possibilità. A mio avviso, è un peccato ed è un errore.
D. Molti sostengono che rispetto al vecchio schema Berlusconi-Bossi-Fini oggi non ci sia statura politica nei ritorni all'ovile in Forza Italia o nelle pulsioni sovraniste di Lega e Fdi: è d'accordo?
R. Non do giudizi personali, non mi permetto. Guardo semmai a ciò che chiedono gli elettori. Mi pare che gli elettori chiedano un centrodestra unito, rinnovato, con un programma di governo vero (non con qualche slogan pre-elettorale). Che si fa se si va al governo? Questo è quello su cui si dovrebbe discutere. Noi siamo pronti a dare un contributo di idee.
D. Lo scorso 26 settembre ha presentato un'interrogazione sul nuovo progetto del drone armato P.2HH. Quanto conta per l'indotto italiano e per aziende come la Piaggio la nuova frontiera dei velivoli senza pilota?
R. Il settore è rilevantissimo, ovviamente. Io ho sempre una "ossessione": evitare duplicazioni di spesa. Per questo vorrei sapere su quale progetto il Governo italiano punta tra due ipotesi alternative. Tra l'altro, più in generale, al di là di questo caso specifico, mi invita a nozze se parliamo di questi temi. Non capisco perché dobbiamo aggregarci al progetto di difesa europea a guida franco-tedesca, quando siamo membri della Nato. Noi siamo nella Nato: perché duplicare spese e strutture, tra l'altro allontanandoci dall'ombrello atlantico (che invece è e resta indispensabile, a mio avviso)?
D. Si parla più di legge elettorale che di eccellenze italiane, come la tecnologia sulla cyber security e quella dei mini satelliti made in Italy: c'è un problema di mentalità della classe dirigente del nostro paese, prima che di pil e leggi di bilancio?
R. Glielo dico con molto sconforto. Politica e media (con rare eccezioni) parlano di cazzate. Ha capito bene: caz-za-te. Polemicucce quotidiane, scaramucce da condominio, battute e controbattute. Bisognerebbe invece discutere di poche questioni di fondo: meno tasse, meno spesa, meno debito, riforma radicale dell'Europa, lotta al terrorismo, sicurezza e difesa.
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