iPerché di Impaginato, risponde Aiuto: ecco cosa faremo per merci in treno e smart city


L'eurodeputata fuoriuscita dal M5s spiega le nuove strategie infrastrutturali. E sulle regionali d'Abruzzo ammette che...


di Francesco De Palo
Categoria: ABRUZZO
17/01/2019 alle ore 11:01

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Ha lasciato il M5s perché su posizioni fortemente critiche l'eurodeputata (eletta anche in Abruzzo) Daniela Aiuto, che ha più volte puntato il dito contro la Casaleggio Associati, “il Grande Fratello” reo a suo dire di controllare e vidimare ciò che gli eletti possono e non possono scrivere o dire.

Ma al di là della sua vicenda partitica personale, la 43enne nata a Losanna ma da sempre vastese, si è caratterizzata per un intenso lavoro alla voce infrastrutture e trasporti, ovvero quel futuro che l'Italia fatica ancora a intercettare e che prende il nome di merci in treno e mobilità innovativa.

Mobilità intelligente e smart city: l'Italia è pronta?

In teoria sì, perché vi sono le volontà politiche di procedere e l'Italia dovrebbe anche adeguarsi al trend dell'Ue. Quindi un percorso che, giocoforza, si dovrà fare. Forse non è pronta tutta l'Italia, solo le grandi città lo sono già.

Veicoli noleggiati senza conducente per le merci su strada: quali le potenzialità e i rischi di tale bacino?

Notevoli le prime, perché possono avvantaggiare le aziende, ma con dei distinguo. In un momento in cui il trasporto su gomma vive problematiche legate alla concorrenza sleale, alla mancanza di chiarezza sul possibile rinnovamento del cabotaggio, questo slancio potrebbe rappresentare anche un fattore di rischio. Pertanto il mio invito è di monitorare la questione con attenzione, attendendo dettagli sul limite imposto ai veicoli di sei tonnellate che comunque può fare da argine ad una totale liberalizzazione.

In concreto?

Avremmo gradito un maggiore discernimento da parte degli Stati membri, dal momento che in alcuni casi sarebbe bene difendersi da quegli imprenditori dell'est che vengono nel nostro Paese ad operare praticando concorrenza sleale nei confronti di soggetti italiani. Per cui va bene rilanciare il settore, con l'età media dei veicoli noleggiati che è inferiore ad altri, quindi con una maggiore sicurezza, ma ricordiamoci anche dei diritti salariali degli autisti.

Il dossier delle merci in treno a che punto è?

Intanto gode di ampia considerazione sia da parte della Commissione che da parte del Parlamento europeo, per cui l'obiettivo del trasporto merci combinato è in cima all'agenda. La prima direttiva risale al 1992, ma se si vanno a vedere le statistiche di applicazione ci si rende conto che le percentuali sono risibili all'inerno dell'Ue. Nel dossier sono state avanzate proposte coraggiose, su incentivi ad hoc, distanza dal terminal dove effettuare il carico/scarico merci e relative deroghe, visto che l'Italia non è solo il porto di Genova o l'hub di Verona ma anche il centro e il sud dove i terminal sono inefficaci o inesistenti. Quindi gli Stati membri devono investire.

Come si è proceduto?

Dal momento che ho gestito personalmente il dossier, mi sono impegnata su quei punti che potessero agevolare il nostro paese. Mi riferisco alla flessibilità sui 150 chilometri della norma tra il ferro e l'hub per consentire il passaggio dalla gomma al ferro di più merci possibili, in maniera da alleggerire il carico sulle infrastrutture stradali che, già di per sé, presentano una serie di problematiche legate alla morfologia del territorio, all'accessivo numero di automezzi pesanti in transito, ai viadotti presenti in ogni dove. Per cui, un conto è gestire il traffico pesante su un tratto autostradale pianeggiante, altro su un tratto con tunnel e viadotti che si usurano, con costi per la manutenzione molto diversi. I benefici ci saranno sia nel campo ambientale sia per la gestione stessa del dossier, con una maggiore vita garantita alle infrastrutture.

In questa prospettiva, quale il ruolo dell'Abruzzo come cerniera ideale tra il costone adriatico e il possibile raccordo con hub significativi come Trieste e nord e Gioia Tauro al sud?

L'Abruzzo dal punto di vista infrastrutturale è penalizzato ed è geograficamente tagliato fuori dalle reti Ten-t. Significa non poter beneficiare di importanti investimenti: lo stesso Connecting Europe Facility, che è al centro della discussione parlamentare per il prossimo settennato e che vede sul piatto ben 16 miliardi per nuove infrastrutture nell'Ue, purtroppo non riguarderà l'Abruzzo.

Per fortuna ci sono progetti che possono essere applicati in deroga a che a chi è fuori dalla reti Ten-t, come la A14 o la A25, con il vantaggio di poter aumentare la sicurezza in condizioni diurne e notturne, monitorando la qualità delle strutture stesse.

Il pensiero corre alle arterie abruzzesi A24 e A25...

Attenendoci a quella direttiva, si potrebbe avere l'obbligo di manutenzione di un certo livello se si volesse far parte di quel circuito europeo e utilizzare quei fondi per realizzare gli adeguamenti: la volontà della Commissione c'è.

Restando all'Abruzzo, come giudica la campagna elettorale per le regionali del suo ex partito, il M5s?

Mi fa sorridere l'attenzione che adesso si destina ai fondi europei o a quelli regionali, mentre negli ultimi anni sia la Giunta che l'opposizione non hanno mostrato molto interesse. Voglio ricordare che nella classifica italiana sull'utilizzo dei fondi Ue, filtrati dalla Regione e messi a disposizione con bandi specifici, l'Abruzzo è nelle ultimissime posizioni. E parlo con una certa cognizione, dal momento che per cinque anni ho promosso convegni formativi sui fondi Ue, ma non è che il M5s Abruzzo mi sia venuto dietro in questa fase, anzi. C'è stata una noncuranza generalizzata per via dell'ignoranza della politica locale sui fondi europei.

Con quali cause?

Se qui non si intercettano i fondi che l'Ue mette a disposizione significa che evidentemente il personale interno, politico e amministrativo, è carente. Delle due l'una: o non si ha la forza sufficiente o non è adeguatamente formato. Perdere quei fondi vuol dire non curare le infrastrutture regionali come tutte le connessioni (tra aeroporto e ferrovie) e le strade provinciali. Penso ad aree disagiate come l'alto vastese, caratterizzato da frequenti frane.

Si ricandiderà alle europee del prossimo maggio?

Non ho ancora deciso. Sicuramente sono fuori dal M5s con cui non ho più nulla a che fare. Se troverò un progetto politico vincente e con una visione allora ci penserò, altrimenti tornerò al mio lavoro.

 

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