"iPerché" di Impaginato, risponde Paolo Franchi: ecco perché Pisapia non rifarà l'Ulivo


I giochi sono fatti, ma la sinistra nemmeno unita vincerebbe. E su Grasso "Papa relativamente straniero" dice che..


di Francesco De Palo
Categoria: ABRUZZO
20/11/2017 alle ore 11:28

Tag correlati: #depalo#franchi#impaginatoquotidiano#pd#renzi

I giochi a sinistra sono fatti e Giuliano Pisapia non ha alcuna chanche di unità, certifica Paolo Franchi editorialista del Corriere della Sera e raffinato analista dell'intero “campo” socialista.

Franchi, già direttore del Riformista e, assieme ad Emanuele Macaluso, condirettore del mensile le nuove Ragioni del Socialismo, ragiona con ImpaginatoQuotidiano sul retroterra presente nel Pd dall'exploit delle Europee fino al referendum del 2016.

E mette l'accento sul fatto che aver condotto un partito ed una comunità su una certa linea sino ad oggi non può, una volta fatta una netta inversione a U, pretendere di non subire contraccolpi di sorta.

Quante possibilità di avere successo ha l'appello all'unità del centrosinistra di Giuliano Pisapia?

Francamente poche. La decisione a sinistra sembra presa, è ormai agli atti. Ad essere onesti non credo che Pisapia goda di un particolare prestigio nei confronti di quel mondo. C'è stato negli ultimi mesi un rapporto molto alterno e contrastato, per cui non vedo perché adesso debba avere grandi chanches.

Il tentativo di ricucitura avviato da Piero Fassino, quindi, è più una mossa disperata o legata all'immagine da dare all'elettorato?

Non credo che quando Renzi ha deciso di inviare Fassino come ambasciatore nei vari accampamenti alla sinistra del Pd contasse su un successo trionfante. Fassino ha solo ricucito il ricucibile, ma la parte riguardante il rapporto con Prodi resta la più problematica, rispetto a come è stata dipinta sui giornali. L'ex sindaco di Torino ha ricevuto il mandato di portare il tentativo anche là dove al 99% sapeva di ricevere un no. E'stata una prova, con un limite interno, però credo che dal punto di vista del Pd andasse fatta.

Eugenio Scalfari ha scritto che un partito, democratico e aperto, è il frangiflutti contro i populismi: ma il Pd di oggi lo è?

Anche quando oggi si parla degli apelli e delle divisioni, sarebbe bene ripensare a come è andata la vicenda fino a questo momento: formale disponibilità a discutere il programma purché senza abiure. Il Pd, fino a 20 giorni fa, si è presentato come il partito di Renzi: assumendosi tutti gli onori nella fase montante dell'ex premier e del renzismo, ma poi restando impiccato al risultato delle Europee, che è diventato un'ossessione. Un totem che poi nel 2016 ha significato l'autoattribzione del 40% dei sì al referendum. Tutte cose che in seguito si sono rivelate non vere. Anche questa improvvisa conversione ad un principio di coalizione fin lì proprio risolutamente negato, è abbastanza sconcertante. Certo, un grande partito di centrosinistra potrebbe essere l'argine naturale ai populismi, anzi, dovrebbe. Temo però che questo partito non ci sia.

L'incontro Renzi-Prodi non è fuori tempo massimo per dare una parvenza di merito?

Direi di sì. So che Renzi ha voluto molto avere questo incontro, ma dei suoi contenuti reali sappiamo poco. E'fuori tempo massimo perché è molto complesso aver lavorato su un'ipotesi ed una linea, e poi alla vigilia delle elezioni voler fare una cosa totalmente diversa. E'questo il problema che rende incredibile tutta questa storia.

Ma a naso, che idea si è fatto sull'unità ulivista?

Anche se volessimo metterci dentro tutti per costruire una lista civetta in appoggio ad Pd, da Fratoianni alle civiche, neanche in quel caso la coalizione, salvo rivolgimenti che non riesco ad immaginare, arriverebbe prima alle elezioni. Resterebbe comunque la terza forza nel paese. Sul mercato non c'è la possibilità di una vittoria elettorale del centrosinistra. Quindi bisognerebbe ragionare in tutt'altra chiave. Ma in un sistema con una legge elettorale come quella che abbiamo, demenziale per il centrosinistra che potrebbe perdere grazie ad essa, come ammesso anche da Bersani oggi, è più logico dire "ciascuno faccia il suo". Nella logica proporzionale non è affatto vero che uniti si vince, non siamo nel 1948. Qui uniti si straperde. Per cui ci si rivede un momento dopo le elezioni, non due mesi prima. C'è del vero quando Mdp dice che accettando l'accordo porterebbe meno voti alla causa, rispetto ad una corsa sotto le proprie singole liste. Mi sembra una situazione molto scritta nel suo andamento, anche se resta da vedere come la campagna elettorale sarà impostata da Pd e dalla sinistra.

Cosa cambierebbe se la sinistra si rivelasse, poi, una cordata arcobaleno come nel 2008?

Se unissimo sigle e siglette con un'alchimia elettorale non si andrebbe da nessuna parte. Sarebbe una cosa diversa, ma esiste un pezzo di elettorato di sinistra dentro il quadro generale dell'astensionismo che lì è rimasto tale: non sinistra antagonista, ma reale sinistra italiana.

Emanuele Macaluso ha detto che Pietro Grasso è il nome giusto per ricostruire un Pd alla deriva: è così?

Come è noto, nutro non solo stima ma affetto infinito verso Macaluso, che a 93 anni resta il più lucido sulla piazza. Ma ai miei occhi questo è un discorso che bisognerà fare il giorno dopo la sconfitta elettorale, non tre mesi prima. In un quadro devastato, allora si potrebbe ricostruire con quel ricostruttore, che è un Papa “relativamente straniero”. Dopo tutto quello che è successo negli ultimi anni l'idea che Renzi possa andare sotto tutela da parte di una personalità esterna di grande prestigio ci sta pure, ma ha appena annunciato da Presidente del Senato tutti i motivi per cui non si riconosce per niente nel Pd. Mi sembrerebbe molto complicato da spiegare agli elettori, compresi quelli renziani.

 

Leggi anche:

iPerché di Impaginato Quotidiano: Peter Gomez

iPerché di Impaginato Quotidiano: Nicola Porro

iPerché di Impaginato Quotidiano: Benedetto Della Vedova

iPerché di Impaginato Quotidiano: Aldo Cazzullo

iPerché di Impaginato Quotidiano: Mario Mauro

iPerché di Impaginato Quotidiano: Suor Anna Monia Alfieri

iPerché di Impaginato Quotidiano: Daniele Capezzone

iPerché di Impaginato Quotidiano: Luca Telese

iPerché di Impaginato Quotidiano: Lorenzo Dellai

iPerché di Impaginato Quotidiano: Angelo Polimeno

iPerchè di Impaginato Quotidiano: Geatano Quagliariello

iPerché di Impaginato Quotidiano: Edoardo Sylos Labini

iPerché di Impaginato Quotidiano: Gianfranco Pasquino

iPerché di Impaginato Quotidiano: Flavio Tosi

iPerché di Impaginato Quotidiano: Andrea Margelletti

IPerché di Impaginato Quotidiano: Giovanni Guzzetta

iPerché di Impaginato Quotidiano: Gianluca Zelli

iPerché di Impaginato Quotidiano: Lara Comi

twitter@ImpaginatoTw