Quanti dubbi al desco piddino: ecco una possibile via di uscita


Non è la mancata cena il vulnus. I democrat "imitino" la Lega (che fece piazza pulita)


di Paolo Falliro
Categoria: ABRUZZO
20/09/2018 alle ore 11:21

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Il Pd che cambia nome, che si federa, che richiama all'ordine, che abbraccia una grande fronda da Macron a Tsipras (sarebbe l'ennesima marmellata sciapa), che litiga sui social e che continua a perdere consensi.

Tre i problemi di fondo al Nazareno.

Primo, il leader. Le cicatrici del renzismo sono ancora evidenti sulla pelle degli elettori democrat e di quelli (centristi e liberali) che avevano creduto alla rivoluzione della rottamazione. Per cui la faccia pulita di Martina può fino a un certo punto e, serenamente, va oggettivizzato come molto probabilmente non riuscirà a tenere testa (mediaticamente e nelle piazze) a Salvini e a Di Maio.

Secondo, la traccia. Le battaglie storiche della sinistra sono state inglobate dal M5s e per certi versi anche dalla Lega nazional-sociale. E'inutile che i democrat oggi ritornino a parlare alla base o alle fasce deboli, perché queste ultime sono state schiaffeggiate dalle mille vertenze aperte (e non risolte) e dai bonus che sono solo una sterile partita di giro.

Terzo, il modus. Potrà sembrare una bestemmia, ma alcuni anni fa in via Bellerio Salvini si fece un selfie con scopa e paletta in mano: raccoglieva metaforicamente i cocci del passato da rinchiudere in uno sgabuzzino per ricominciare a tessere una tela.

Non una rottamazione urlata e condotta, come in molti giurano, anche con modi spicci verso personaggi che meritavano (almeno) l'onore delle armi prima del pensionamento.

Ora, al di là delle idee dei singoli, che su queste colonne troveranno sempre rispetto e ospitalità, ciò che manca a Martina, Zingaretti, Orlando, Franceschini & Co è una prospettiva: credibile, innovativa e determinata.

Che faccia mea culpa, che cambi schema senza tweet ma con sostanza, che tagli i rami secchi (e ce ne sono, fidatevi, vedi l'Abruzzo della doppia poltrona), che si ponga come prospettiva le elezioni politiche da qui a cinque anni. Magari con un outisider (con vista Montecitorio...)

Tanto serve (come minimo) al Pd o come si chiamerà per cambiare penna, pagine e amanuensi. E ricominciare, se ne avrà la forza, a scrivere un altro libro.

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