Prevenire? Macché. Immaginare? Neanche a parlarne. A Pescara si decide di installare le telecamere solo dopo che i vandali hanno fatto “il loro dovere”. Giusto, giustissimo.
L'annuncio dell'assessore ("Saranno potenziate le videocamere a tutela dei palazzi comunali e della città, al lavoro su regolamento e piano sicurezza") fa specie, sia per una motivazione di merito che di metodo. Possibile che si punti a chiudere la stalla solo quando i buoi sono scappati?
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"Saranno subito ripristinate e potenziate le telecamere a tutela degli uffici comunali visitati dai ladri nel palazzo ex Inps” ha sottolineato. E'la solita storia, quando la politica decide di intervenire fuori tempo massimo. Ma questa volta è diverso.
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Pescara sta vivendo una stagione “medievale”, dove l'oscurantismo amministrativo sembra prevalere su spunti, visioni e nuove primavere. Non è retorica certificare come l'ombra lunga della Regione si rifletta drammaticamente sulla città simbolo, che in molte occasioni passate ha anticipato tempi politici.
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Come invertire il trend? Quando l'assessore dice che “siamo infatti da tempo al lavoro per il potenziamento della rete di videosorveglianza sulla città, convinti che unire le forze e definire i ruoli servirà a dare valore agli atti e alla prevenzione in generale” in pratica compie un'autoaccusa alla giunta di cui è parte.
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Lecito chedersi: fino ad oggi di cosa si sono occupati? La sicurezza è stato un tema secondario e ampiamente sottovalutato?
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