Da un lato il “film” visto da una politica comodamente seduta in prima fila e lontana dalle esigenze della quotidianità, con tagli di nastro, impegni a non perdere altro tempo, annunci di nuovi fondi.
Dall'altro la vita reale, con la vera emergenza cittadina che a Pescara si chiama pronto soccorso. Ha raggiunto il limite della sua capienza, per questo due giorni fa i pazienti sono stati dirottati a Penne, come ha denunciato pubblicamete il consigliere penstellato Domenico Pettinari.
La situazione cittadina ha del paradossale: il riordino regionale ideato alla Giunta piddì ha prodotto una serie di effetti a cascata, tra cui la carenza di servizi di alcuni presidi, come appunto quello pescarese, con i cittadini costretti a confrontarsi con tali disagi e a raccogliere i cocci rotti dalla politica.
Un quadro complessivo pesantissimo, in cui si assiste a ospedali depotenziati ma con un bacino di utenze sempre più elevato, altri alle prese con liste d'attesa imbarazzanti, incongruenze nell'accoglienza dei malati e di quei cittadini che non possono rivolgersi a cure private.
Nel mezzo, le piste ciclabili che fanno ridere mezza Italia, il divieto di balneazione a giorni alterni, l'infrastrutturazione ferroviaria che è diventata un pugno in faccia per pendolari e turisti.
Altro che tagli di nastro: ecco la vera emergenza di Pescara, mentre la politica si autocelebra.
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