Prima le numerose chiusure “dell'acqua”, con divieti di balneazione causa piogge. Chiusure ad intermittenza, tantissime dalla primavera ad oggi. Poi il fenomeno delle alghe, mescolato alle noie di sempre che stanno innervosendo i bagnanti di Pescara (anche quelli che vengono, pardon, venivano da fuori regione).
Insomma, farisi un bagno in città è diventata roba da giocatori di poker, con il problema di sempre: l'avversario ha in mano il punto o bluffa? La politica, intanto, ha detto cip: e non una volta sola. Ovvero, va a vedere senza mettere denari né tantomeno rilanciare. Così, tanto per.
Nel mezzo cittadini e imprese legate al mare e agli stabilimenti, potenziali turisti e possibili nuovi fruitori che, però, poi se ne vanno a gambe levate. Per dirne un'altra: trovare parcheggio sul lungomare è un'impresa titanica.
In realtà la Giunta comunale ha in squadra l'assessore Cuzzi, che deve gestire Attività produttive, Turismo, Artigianato, Industria, Pesca, Commercio, Esercizi pubblici, Mercati, Grandi eventi turistici, Pubblica Istruzione, Mense scolastiche, Edilizia scolastica e relativa manutenzione, Recupero e valorizzazione siti industriali dismessi, Politiche di sviluppo e riqualificazione periferie, Riorganizzazione, gestione e occupazione del suolo pubblico e pubblicità. Un pacchetto corposo di deleghe e tematiche assolutamente dirimenti per il futuro cittadino. Forse un po' troppo denso come programma di lavoro, o no?
La politica non ha capito che il mare è la prima risorsa per la città, dalla quale nessuno potrà prescindere. Piccolo suggerimento: servirebbe un assessore al mare a Pescara?
Forse sì, ma a patto che la nuova poltrona sia occupata qualitativamente e non per tagliare nastri; con cognizione e dialogo; e soprattutto senza quella supponenza dalfosiana che, col naso all'insù e i voti all'ingiù, sta decretando lo scivolamento dell'Abruzzo in fondo alle classifiche turistiche italiane.
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