Dodici persone indagate e 26 impianti sequestrati. Questo l’esito dell’indagine sull’inquinamento del fiume Pescara portata avanti da Guardia costiera, Nucleo Investigativo dei Carabinieri Forestali e Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza. Nelle ultime ore sono stati notificati avvisi di garanzia ed emesso un provvedimento da parte del Gip Gianluca Sarandrea, che ha dato il via per procedere al sequestro di 26 impianti scolmatori di piena dell’impianto fognario di Pescara e dell’impianto di depurazione e scarico del mattatoio del capoluogo adriatico.
Alcuni dei reati contestati sono: inquinamento ambientale, gestione illecita, deposito incontrollato di rifiuti, inadempimento e frode in pubbliche forniture.
«Finalmente un’azione incisiva, dopo che nel 2016 avevamo fatto una manifestazione a Pescara per avere mare e fiumi puliti», commenta De Sanctis dell’associazione Forum H20. I dati nel 2016 erano già allarmanti, con campionamenti che rilevavano valori di Escherichia coli ed enterococchi che superavano i limiti (rispettivamente oltre 110.000 UFC/100ml e oltre 15.000 UFC/100 ml) e con il fiume Pescara che superava 22 volte il limite di scarico di 5.000 UFC/100ml.
«Da allora non vi sono stati grossi passi in avanti -, continua il Forum H20 - il vero problema è il fallimento generale. Parliamo del fiume Pescara perché Pescara è sotto gli occhi di tutti, ma ad esempio il Fucino è in condizioni a dir poco pietose. Si tratta di una condizione generale abruzzese che mostra dati spaventosi per ciò che concerne l’inosservanza delle conformità degli standard di depurazione a livello europeo da 30 anni. Di tutti gli agglomerati, che più o meno corrispondono ai centri urbani, pochissimi sono conformi. Sono non conformi o per capacità, nel senso che i depuratori sono sottodimensionati rispetto alla necessità di depurazione oppure funzionano male. Siamo sotto procedura di infrazione, l’Abruzzo è già stato condannato due volte. Persino il cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo è stato condannato per tale infrazione e se a Pescasseroli non si costruisce velocemente un depuratore potrebbe arrivare anche una multa”.
Secondo l’associazione Forum H20 il problema, chiaramente ambientale, potrebbe diventare anche sanitario. Basti pensare ai 300 casi di salmonellosi riconosciuti come epidemia nel 2013-2014 nell’aquilano.
“Il problema diventa in taluni casi anche economico poiché paghiamo una bolletta per un servizio che in larga parte, il più delle volte, non otteniamo. Molto spesso il servizio di depurazione c’è ma non viene fatto secondo i crismi di legge. Abbiamo un territorio molto bello ma con dei limiti importanti da risolvere. In Corsica, ad esempio, è possibile fare il bagno alla foce dei fiumi. I fiumi dovrebbero essere così. L’Abruzzo sui fiumi ha dati da psicosi…tre quarti di essi non sono conformi agli obiettivi di qualità”.
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