Di Sabatino: "Vi racconto tutte le divisioni nel nuovo Pd dinosauro"


Il segretario abruzzese dem dopo la Direzione: "Gozi nel partito di Macron? E'un Calenda versione più spinta"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
29/03/2019 alle ore 10:48



Dopo la direzione dello scorso 26 marzo il Partito Democratico, apparentemente unito sotto la neo guida di Nicola Zingaretti, sta cercando di rialzarsi e ricucire il tessuto dem. Ci sono voci insistenti, però, che fanno sospettare una ulteriore frizione ra renziani e zingarettiani, poiché lo stesso Segretario sta aprendo a Leu e Mdp che picconarono Renzi. Impaginato ne ha parlato con il segretario abruzzese del Pd Renzo Di Sabatino

Dalla direzione del 26 marzo scorso emerge uno spaccato tra zingarettiani e renziani sempre divisi?

C'è una divisione sulla linea politica. I renziani non sono per allargare il campo a sinistra oltre che al centro. Temono a mio avviso una riedizione della socialdemocrazia che resta minoritaria. Guardano più a Macron anche se si tengono sul generico. Zingaretti però ha chiarito che va ricostruito un campo progressista e che non si fanno accordi con M5s ma che bisogna parlare ai loro elettori che non hanno un anima di destra (quelli sono già andati da Salvini). 

Fino a quando può andar avanti questo schema?

Lotti e Guerini stanno dentro e hanno votato la relazione del Segretario. Quelli di Giachetti e Ascani si sono astenuti. Dipenderà molto dai temi su cui si identificherà il nuovo corso. Sui diritti non c’ è problema, su sviluppo e lavoro le idee sono diverse, lì Zingaretti guarda a uno stato sociale che combatta le diseguaglianze e vuole ricostruire un rapporto  con i corpi intermedi a partire dai sindacati. I renziani hanno una concezione più liberale e diffidano su un ritorno a un interventismo pubblico. 

Gozi che si candida nel partito di Macron vuol dire sfiducia nel nuovo Pd?

Gozi appartiene ai lib-dem. Ha uno spirito liberale ed era tra quelli che volevano un listone che mettesse dentro tutti coloro che combattevano populismo e sovranismo. Un Calenda versione più spinta. 
 
Anna Ascani ha fatto un tweet al veleno sui secondi posti del Pd. Poca fiducia nel nuovo corso?

Alcuni come la Ascani ancora non hanno metabolizzato il lutto di passare dal 41% al 18% e sono rivolti con la testa all'indietro alle divisioni e ai danni che quel pezzo di sinistra che ha lasciato, aveva comunque prodotto. È sconcertante che continui a non esserci un minimo di autocritica (se non di mero stile) per la sconfitta del 2018 e per lo stato in cui avevano ridotto il Pd, da partito plurale a quello del capo. Caduto Renzi (che un profilo alto comunque lo ha), caduto il Partito. Profilo alto a differenza di molti renziani di cui si era improvvisamente attorniato. 

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