Cartoline parlamentari: chi ride e chi piange dopo la manovra


Il def fa bene alla Lega, primo partito e nuovo record. Pd (come Fi che perde pezzi) cala ancora. M5s stabile


di Leone Protomastro
Categoria: ABRUZZO
05/10/2018 alle ore 14:09

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Le polemiche con Bruxelles sul def e la manovra economica ci consegnano due frutti su tutti: quello della Lega che fa segnare nelle rilevazioni un nuovo primato storico (31,8%) e quello del Pd che tocca il suo minimo di sempre con il 16%.

Al sud prosegue la marcia della Lega che, oltre a inglobare costantemente sindaci e consiglieri regionali, sta contando in queste ore anche su un pezzo della classe dirigente della fu Alleanza Nazionale che si è piazzata dietro le quinte per organizzare territori e voti.

Nel mezzo la stabilità del M5s (28,5%) contribuisce a creare un panorama di stabilità ormai incasellata nel gradimento popolare (solleticato dal taglio dei parlamentari proposto dal governo gialloverde) anche quando al centro dell'agenda (e dei tg) ci sono questioni economiche e tecniche legate alla manovra così come è stato nelle ultime settimane, quando siamo passati dalla nostalgia di Borghi per la lira, allo scontro del governo con Bruxelles e di un partito (M5s) con il dicastero di viale XX Settembre (con il duello infinito tra Di Maio e Tria).

La manifestazione del 30 settembre scorso in Piazza del Popolo a Roma non porta benefici al Pd, che scivola al 16,3% con ancora il nodo legato al congresso, alle candidature per la segreteria che si inseriscono nel solco di una scarsa partecipazione alle ultime feste dell'Unità.

In Forza Italia (che resta inchiodata al 7%) continua l'abbandono dei big. Dopo Alessandra Mussolini, che sta tentando in queste settimane di “farsi” candidare da Salvini al prossimo europarlamento o addirittura come Governatore della Campania, ecco Vittorio Sgarbi (corteggiato da Giorgia Meloni) che sbatte la porta e se ne va.

Accusa il nuovo cerchio magico (Gelmini-Ronzulli-Ghedini) e annuncia: “Me ne vado da un gruppo infetto. E la mia non è una decisione contro Forza Italia, ma contro il fatto che Mariastella guidi il gruppo”.

 

 

 

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