“Abbiamo regole comuni e mi aspetto che Giovanni Tria, dopo tutti i bilaterali di ieri, sia pronto a rafforzare la discussione anche a livello italiano". Così il ministro dell'economia austriaco e presidente di turno dell'Ecofin, Hartwig Loger, entra nel dibattito sul deficit italiano e spera che Tria convinca il governo a fare marca indietro.
Intanto il premier Giuseppe Conte, dopo le parole del presidente della Commissione Bilancio della Camera Claudio Borghi a Radio Anch'io ("Sono più che convinto che l'Italia, con una sua moneta, sarebbe in grado di risolvere gran parte dei suoi problemi, ma non tutti"), ribadisce che l'Iralia resterà nell'euro: "L'Italia è un Paese fondatore dell'Unione Europea e dell'Unione Monetaria e ci tengo a ribadirlo: l'euro è la nostra moneta ed è per noi irrinunciabile".
Ma Loger aggiunge: "Teniamo a mente che è il 15 ottobre la data in cui si può decidere in che direzione si può reagire. L'Eurogruppo è un Unione monetaria, siamo insieme in questa famiglia e dobbiamo risolvere insieme la situazione della stabilità".
A Juncker (“Non vorrei che dopo aver superato la crisi greca, ricadessimo nella stessa crisi con l’Italia”) replica il vicepremier Matteo Salvini: “Le parole e le minacce di Juncker e di altri burocrati europei continuano a far salire lo spread, con l'obiettivo di attaccare il governo e l'economia italiane? Siamo pronti a chiedere i danni a chi vuole il male dell'Italia".
Su twitter scrive: “In Italia nessuno si beve le minacce di Juncker, che ora associa il nostro Paese alla Grecia. I diritti al lavoro, alla sicurezza e alla salute dei nostri cittadini sono priorità del governo e andremo fino in fondo. Non ci fermeranno”.
E infine: "Parlo solo con persone sobrie, che non fanno paragoni che non stanno né in cielo né in terra".
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