Asini? Pagliacci? Mentitori?
Prima promettono mari e monti. Sostengono che la loro buona politica si fonda sui fatti, su fondi erogati, su strade aperte, su opportunità create. Aprono addirittura un sito, tappezzano di manifesti paesini della provincia che chiedono solo un po' di attenzione per problemi dirimenti e irrisolti, come Caramanico per la piscina termale.
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E invece poi si scopre che sono dei pagliacci, che vengono sbugiardati non dalle opposizioni o da qualche foglio a cui piace fare domande e analisi, ma dal Sole 24 Ore.
L'Abruzzo è ultimo fra gli ultimi, riguardo la classifica nazionale dei fondi europei con il 17,2% di denari speso. Per la precisione, peggio fa solo la Calabria.
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Una vergogna senza attenuanti, una macchia nera, nerissima che si porteranno dietro per il resto della loro esistenza politica. Hanno la faccia come il bronzo e spingono la Regione sempre più giù, nel buio del medioevo.
Ma come, proprio in un momento in cui mancano drammaticamente i soldi per via della spending review, proprio quando un territorio come quello abruzzese desideroso di riforme e investimenti ha cerchiato in rosso le sue priorità, ecco la mano della politica a perdere con tale sciatteria i fondi europei.
La stessa Europa che i governanti democratici e anti-populismi difendono (legittimamente) a spada tratta, ma che poi non sono nemmeno in grado di studiare per attingere fondi imprescindibili per la sopravvivenza regionale.
Bocciati. Senza attenuanti.
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