Secondo i dati della Commissione Ue il tasso di spesa italiano dei fondi Fesr di sviluppo regionale risulta ancora fermo fra il 5 e il 7%, con l'Abruzzo maglia nera italiana assieme a Molise e Sicilia con percentuali vicine allo zero.
I ritardi sono legati anche alla designazione tardiva dell'autorità di gestione ma ciò non esime le amministrazioni locali alle proprie responsabilità. Tra le più virtuose il Piemonte (25%), la Provincia autonoma di Trento (23%). Ecco che a fronte di questo quadro si incrementa per il nostro paese la possibilità di perdere milioni di euro di fondi strutturali europei che autorità nazionali e regionali non spendono come dovrebbero.
Secondo le nuove regole targate Bruxelles, proprio al fine di recuperare il tempo perduto, si è innalzato il ritmo di spesa dei fondi europei, con nuove disposizioni che, all'interno del sistema finanziario 2014-2020, obbligano le autorità di gestione a rendicontare una spesa che sia perimetrata in target minimi concordati per ogni programma e con una scadenza certa. Se tali parametri non verranno rispettati entro la fine del 2018, ecco che il disimpegno automatico produrrà la perdita di tali fondi.
L'unica regione italiana davvero virtuosa è l'Emilia Romagna, che fa segnare un 17% ed è prima in Italia sul Fesr e terza per il Fse. Ma è la media italiana a preoccuare con appena il 4,57% sui quasi 34 miliardi previsti per il 2014-2020 mentre la media Ue è del 9,74%. Per il Fse il Paese è fermo al 7% dei 17,7 mld totali con la media Ue che tocca il 12%.
Come detto se il meridione in generale è in fondo alle classifiche con le eccezioni di Puglia e Marche, l'Abruzzo è ultima delle ultime: nei fondi Fse è al 2%.
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