Sarà anche sul nome del prossimo candidato governatore per il centrodestra abruzzese che la visita del numero 2 di Forza Italia, Antonio Tajani, dovrà concentrarsi. Il presidente del Parlamento europeo, a Pescara il 14 luglio, ha un problema: non solo ridefinire perimetro e strategia nazionale di Forza Italia zavorrata dal calo nei consensi, ma recuperare quei territori dove il centrodestra è dato vincente.
Come l'Abruzzo, reduce dall'amministrazione Pd con la coda del doppio ruolo del governatore-senatore che di fatto apre una prateria a tutto ciò che non è democrat. Ma a patto di tessere la nuova tela con quell'ago e quel filo che, ad esempio a Teramo, sono mancati.
Eh sì, Teramo è la spia che si accende ad intermittenza nei pensieri dell'ex casa delle libertà abruzzese. Tutti a parole intendono competere per un solo posto, in pochi però hanno davvero colto il senso del risultato teramano.
Lì il pasticcio delle faide intestine ha fruttato un capitombolo per il centrodestra alle amministrative (come detto dal leghista Bellachioma a Impaginato.it e come precisato dall'ex parlamentare Fabrizio Di Stefano nell'analisi post voto), che fa il paio con il modo con cui sono stati trattati dal Pd alcuni territori regionali. Sembra ieri, infatti, quando la composizione delle liste elettorali per le politiche dello scorso 4 marzo suscitò più di un mal di pancia in molte zone.
No ai nomi romani calati dall'alto, si disse in quei giorni e si ripete oggi. Ma per scongiurare quel rischio e per dare vera rappresentanza ai territori, il jolly non può che essere il civismo (che intanto diffonde idee e spunti nelle province abruzzesi).
Quella è la carta che un mazziere dal palato fino vorrebbe avere nel proprio mazzo e che invece in passato, troppo spesso, è stata lasciata lontana dagli occhi del croupier.
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