L'Aquila come occasione per il redde rationem in vista delle regionali? Si riparta dai territori


Tutti gli strali della Lega Nazionale contro la vecchia politica (anche abruzzese)


di Leone Protomastro
Categoria: ABRUZZO
02/07/2018 alle ore 10:05

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Il punto non è soltanto l'occasione di confronto e di scontro (L'Aquila), ma il percorso che condurrà alle elezioni regionali abruzzesi. 

Detto del Pd regionale che naviga verso coste frastagliate e senza idee di approdo, come ammesso dagli stessi dirigenti nazionali e locali, è nel centrodestra che si sta assistendo ad un sommovimento magmatico che punta da un lato a non smarrire lo schema di ieri e dall'altro a scommettere su nuovi scenari.

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Nel mezzo il territorio che, ci permettiamo di sottolineare, va coccolato, issato a vessillo e guardato come una stella cometa per risolvere i problemi che sono stati abbondantemente ignorati dall'amministrazione uscente.

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Quando il deputato della Lega e assessore comunale dell'Aquila, Luigi D'Eramo, dice a proposito dell'Aquila che “hanno presentato emendamenti sapendo che sarebbero stati bocciati, con un'iniziativa becera e strumentale” citando anche Nazario Pagano “uno che è stato inviato a una decina di riunioni tecniche sulla questione delle tasse, e non è mai venuto” mette il dito in una ferita che c'è e che sanguina. Compito legittimo della politica è cicatrizzarla.

Se poi l'obiettivo si sposta sul fatto che “nell'amministrare la città dell'Aquila c'è qualcuno non all'altezza, che con i suoi errori e le sue deficenze fa sì che il giudizio negativo poi ricada anche sulla Lega” allora non è una singola buca a disturbare i sonni, ma una strategia complessiva. Che, se messa in dubbio o se foriera di mancati risultati, andrà verificata così come si faceva quando comandava il pentapartito.

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Sì, la prima Repubblica, quando in occasione di svarioni o incomprensioni si fermava il gioco, così come accade nel basket, e si faceva il punto della situazione. Forse a qualcuno sta dando noia il fatto che la Lega in Abruzzo faccia incetta di nuovi ingressi, tra amministratori locali e nuove leve legate alle professioni. Ma non è certamente colpa di Bellachioma o D'Eramo.

L'attenzione va concentrata su altro: in primis, i mille dossier irrisolti che la giunta regionale di centrosinistra lascerà alla nuova amministrazione; in secundis la mortificazione di province, di aree scarsamente popolate come la Marsica, di zone come il Marrone stuprate dal fuoco e dall'incuria, dei comuni dove la ricostruzione post-sisma procede a singhiozzo, di quelle categorie produttive che alla politica ci credono ancora.

E che non andranno nuovamente deluse.

 

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