Un nuovo sogno, prima di nomi altisonanti anche se rispettabili (Nicola Zingaretti, ndr), nella consapevolezza che una sola è la strada che deve imboccare il Pd per impedire l'irrilevanza e la disgregazione: parlare alla gente che oggi non partecipa, eliminare i tappi che impediscono il rinnovamento e non aspettare l'uomo nuovo, piuttosto nuovi orizzonti.
Questo, in pillole, il pensiero di Michele Fina, già collaboratore dell'ex Ministro della Giustizia Andrea Orlando e da tempo anima critica del Pd regionale.
Partiamo da Teramo: il neo sindaco ha detto di aver vinto perché lontano dal Pd.Ha ragione?
Non bisogna negare che la voglia di cambiamento abbia giocato un ruolo: Teramo per molti anni è stata guidata dalla stessa parte politica. Centrale nell'analisi del voto è la riflessione che governare fa perdere consenso. Amministrare e gestire il potere è molto complesso. La tendenza va verso il cambiamento, visto come possibilità di miglioramento.
Nello specifico politico, D'Alberto è stato molto bravo a fare due cose: avere un profilo chiaro e netto, con un progetto e una radicalità. In questo modo i cittadini hanno capito che intendeva vincere sulle proprie gambe e non indossando mille maschere. In secondo luogo capacità di unire, senza escludere e senza pensare che togliendo questo o quello si potessero avere più voti.
Elementi che mancano nel Pd regionale?
Sono amareggiato e stupito dal fatto che Rapino non si sia dimesso, così come fatto da Renzi. Avrebbe dovuto almeno misurarsi nell'assemblea regionale, quella che di fatto lo ha eletto, chiedendo allora un rinnovo della fiducia. Ma ha paura di convocarla: vedo un atteggiamento da nascondino. Ma per convincere i cittadini della chiarezza di posizioni serve essere autorevole e credibile. Questa classe dirigente non consente al Pd di essere né autorevole né credibile.
Quindi il tappo resta il governatore?
Ho rispetto dei ruoli, quindi dico che il tappo è Rapino che è segretario regionale: dovrebbe essere una figura sia di garanzia sia di autonomia da tutti e non solo da D'Alfonso. Non so francamente chi suggerisce a Rapino cosa fare o cosa non fare: vorrei sperare che nessuno gli suggerisca di essere completamente assente o inconsistente dall'attività politica. Sarebbe un danno per tutti.
Quale la strada dunque?
Abbiamo bisogno di eleggere una reggenza esattamente come fatto a livello nazionale. Molti sostengono che a livello nazionale si sia fatto poco, ma io penso che invece serva accontentarsi del fatto che a livello regionale si faccia almeno quanto fatto a Roma. Anche se non va dimenticato che qui abbiamo una qualche urgenza, ovvero le elezioni. Siamo alla vigilia del combinato disposto tra irrilevanza e disgregazione. Non drammatizzo mai, ma la situazione è drammatica.
Sarà Zingaretti la carta del futuro?
La considero una persona autorevole e un amico, ma davvero penso che noi abbiamo sprecato troppe energie ed un capitale per misurarci solo sulle persone. Noi siamo in una fase ancora più grave, in cui non è data per certa una identità: serve un nuovo sogno per ricominciare e tessere la nostra tela nella comunità.