Abruzzo & Turismo, Tagliente: "Ecco da dove ripartire"


Dopo l'editoriale di Impaginato, palla a destra: "Bisogna interloquire con i grandi network dek turismo"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
31/07/2019 alle ore 14:41



Prosegue il dibattito stimolato dal vademecum proposto da Impaginato per un nuovo turismo d'Abruzzo, che apre la via per un confronto sulle nuove possibili strategie da adottare. Dopo il giornalista Roberto Alfatti Appetiti e l'assessore regionale all'industria e al turismo Mauro Febbo, è la volta del responsabile provinciale della Lega Giuseppe Tagliente. Ecco che cosa ci ha detto. 

Condivide la proposta di Impaginato?

Per quanto schematico sia, condivido soprattutto i capisaldi dell’articolo, i motivi su cui ragionare di turismo. 

Un tavolo permanente di tutti gli assessori comunali d'Abruzzo alla cultura per fare rete: un punto di partenza per nuove policies legate al turismo?

Parlare di turismo significa parlare di tante cose. I punti che sono stati indicati come capisaldi dell’articolo riguardano trasporti, viabilità, rete comunicativa, management culturale. Sono evidentemente d’accordo anche se bisognerebbe, per ciascuno di tali argomenti, individuare in concreto le articolazioni, gli sviluppi, le soluzioni. Ad esempio, trasporti e viabilità sono tra i motivi per cui in Abruzzo il turismo non decolla come tutti auspichiamo. Turismo significa per definizione girare e quindi evoca immediatamente trasporti e viabilità. In Abruzzo, purtroppo, siamo tornati molto indietro, perché abbiamo il 70% delle strade interne ridotte in condizioni miserrime e le strade principali non versano in buone condizioni ivi compresa l’autostrada che è ancora a due corsie mentre dopo Pescara e soprattutto dopo Ancona le strade hanno tutto un altro aspetto e assolvono egregiamente al compito loro affidato. Quindi è giusto partire da una politica di trasporti e viabilità. Del resto il turismo si è affacciato storicamente in Abruzzo quando è stata creata la ferrovia dopo il 1863, soprattutto quando è stata aperta anche la strada dall’Adriatico verso il Tirreno con la realizzazione della ferrovia Roma Pescara che allora era una grande cosa e oggi è ridotta ancora nelle condizioni di 150 anni fa. Sono state le grandi vie di comunicazione che hanno tratto l’Abruzzo dall’isolamento e hanno portato un nuovo turismo diverso dalla storica villeggiatura riservata alle classi benestanti, ossia il turismo di massa. Attualmente si va per inaugurare un’arteria che prende il posto dell’ex tracciato della ferrovia, ossia la pista ciclabile ma mi chiedo: tale pista ciclabile (a cui sono stato tra i primi a credere in Abruzzo perché uno dei primi disegni di legge porta la mia firma), si è legata all’intermodalità con le ferrovie, con l’auto, con l’aereo? Serve a poco la pista ciclabile se non la si inquadra in quest’ambito.

Quindi?

Oggi bisogna dare la possibilità a chi viene in Abruzzo in auto o in treno o in aereo di portare la bicicletta. L’Abruzzo, inoltre, deve dotarsi di un porto passeggeri degno di questo nome e di un aeroporto funzionale e funzionante. È importante inaugurare una nuova stagione di comunicazione che non può essere soltanto quella tradizionale (partecipazioni alle fiere, contatti con i tour operator) ma significa qualcosa in più, legarsi con i grandi network che oggi dominano incontrastati il mercato del turismo. È finito il turismo individuale, oggi il mercato è dominato da Air B&B, da Expedia ecc. che veicolano secondo le loro tendenze di mercato il flusso turistico. Bisogna necessariamente interloquire con questi grandi network se si vuole fare del turismo. La promozione va fatta anche cercando di trovare altri sistemi di proiezione dell’immagine dell’Abruzzo che è una regione multiforme, interessantissima. Tutto ciò va propagandato tramite i moderni canali di comunicazione. Ad esempio qui non c’è una Film Commission degna di questo nome. Se guardiamo all’Umbria, lì vengono girate almeno 5-6 fiction tv. In Sicilia c’è stato un grande successo col commissario Montalbano che si è riverberato oltre i confini nazionali. Tutto questo in Abruzzo non si è fatto…

Storia e turismo: si può pensare ad un fil rouge tra Regione e Università per migliorare l'offerta? In che modo?

Si deve, necessariamente. L’Università in Abruzzo deve prendere finalmente dopo tanti anni il primato culturale in Abruzzo. Io vedo ancora tanto scollamento tra università e territorio, invece l’università deve assumersi questo compito di guidare culturalmente l’Abruzzo, indicando mete e percorsi da seguire. A tal proposito parlo anche di management culturale cui si faceva riferimento nell’articolo, che deve trovare anche nell’università oltre che nell’imprenditoria locale una sua modernizzazione evidentemente. L’Abruzzo, in termini di cultura dell’accoglienza segna il passo. Da questo punto di vista bisogna recuperare e aprire una nuova stagione che richiami nella nostra Regione i grandi flussi turistici che non sono solo nazionali ma anche internazionali. Importante è anche il ruolo dell’ente pubblico che a mio giudizio è fondamentale. Fintanto che la Regione spende il 90% delle sue risorse su trasporti e sanità evidentemente capisco non ci possa essere spazio ma è come un cane che si morde la coda perché il turismo poi è fonte di ricchezza e sviluppo. La Regione deve investire sul turismo come si investiva prima. Non vedo leggi che diano provvidenza, e quando parlo di provvidenza non parlo di provvidenza a fondo perduto ma di occasioni di finanziamento all’imprenditoria e a chi vuole investire nel turismo. Negli anni ’80 la Regione si fece promotrice di una legge che ha dato grosse ricadute…penso alla legge 50 che è rimasta lì, non è stata riproposta, rifinanziata. La legge 77 che è stata appena rifinanziata da qualche mese alla Regione grida vendetta perché contiene soltanto poche risorse economiche che peraltro non verranno spese secondo ciò che ci aspetta. Va rivisto il concetto proprio di un supporto che la politica, la Regione, le istituzioni devono dare al settore turistico. Noi avevamo l’agenzia per la promozione turistica in Abruzzo e non si sa perché qualche anno fa è stata soppressa, mentre tutte le altre regioni vanno avanti con questo esperimento. Consiglierei alla maggioranza regionale di riprendere questo concetto di agenzia di promozione turistica inteso però come un’agenzia vera governata da imprenditori, dall’ imprenditoria turistica e non che sia il baraccone dell’ente strumentale a cui forse molti pensano quando si parla di Aptr. Bisogna rilanciare l’Aptr  dandogli quella funzionalità e capacità di penetrazione dei mercati che l’assessorato al turismo da solo non può avere, idem per l’imprenditoria. 


In Puglia le due giunte Vendola hanno fatto del turismo e della cultura una fonte di pil duraturo, tra presenze in crescita e posti di lavoro costanti: è un modello a cui l'Abruzzo può guardare?

Certamente sì. Il governo regionale della Puglia ha investito tantissimo sul turismo. Hanno creato il pacchetto Salento che va di moda e si muovono da ogni parte d’Italia e non solo per andare a visitare città come Monopoli, Ostuni, Polignano a Mare. Hanno investito tantissimo in immagine, film commission ecc. Il modello pugliese è di certo un modello da imitare. 


Festival letterari e fiere del libro: è possibile intrecciare letteratura, natura e borghi anche in Abruzzo?

Sicuramente sì. Prima ho parlato di cultura e di riconsegnare il primato della cultura all’università quindi anche queste iniziative vanno adeguatamente supportate in maniera seria, strapaesana. In Abruzzo abbondano sì i premi letterari, di poesia, pittura ma hanno una natura provinciale. Gli stessi premi Michetti e Vasto che erano il fiore all’occhiello della cultura abruzzese fino a qualche anno fa sono diventati poca cosa rispetto a ciò che erano quindi ben venga il ritorno a queste iniziative purché abbiano uno spessore, un livello che oggi non vedo. 

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