La Giunta Marsilio scommette sul turismo: parla Alfatti


Il vademecum programmatico di Impaginato ha aperto un dibattito a più cervelli sulle policies che occorrono all'Abruzzo


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
20/07/2019 alle ore 01:18



Roberto Alfatti Appetiti, giornalista professionista e scrittore, è da pochi giorni il responsabile del dipartimento regionale abruzzese Cultura e Innovazione di Fratelli d’Italia. Esperto di comunicazione istituzionale, è attualmente componente dello staff del presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio.

In passato ha ricoperto, tra i vari incarichi, di vice presidente e assessore provinciale alla Cultura di L’Aquila ed è stato una firma del Secolo d'Italia.

Da queste colonne Impaginato.it ha proposto un vademecum per un nuovo turismo in Abruzzo: lo condivide? 

Sì, concordo: per costruire una nuova filiera turistico-industriale non si può prescindere da una rete comunicativa per strutture interconnesse e da una gestione manageriale della cultura. L’Abruzzo, forte delle sue peculiarità paesaggistiche, culturali ed enogastronomiche, non ha nulla da invidiare alle altre regioni italiane. Certo, vanno potenziati i collegamenti per rendere più accessibili e fruibili i siti di maggior pregio e l’orografia dei nostri territori non ci aiuta, ma uno sforzo in questo senso andrà fatto. Il presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, tra i primissimi atti del suo governo, ha sbloccato le risorse programmate nel Masterplan Abruzzo.

Con quale obiettivo?

Facendo sì che le quattro Amministrazioni provinciali possano beneficiare di un anticipo finanziario più corposo, pari al 60% degli importi dei lavori appaltati per la manutenzione delle strade, anziché il 10% previsto nel precedente provvedimento; a fronte dell'80% dell'anticipo rendicontato, le Province potranno poi ricevere un ulteriore erogazione del 10%. Il resto sarà pagato alla conclusione delle opere. I fondi complessivi ammontano a 56 milioni di euro. L’assessore regionale Mauro Febbo, delegato alle attività produttive, al turismo e ai beni e alle attività culturali e di spettacolo, da parte sua, ha le competenze giuste e il dinamismo necessario per dare una scossa alle politiche regionali per il turismo.

Un tavolo permanente di tutti gli assessori comunali d'Abruzzo alla cultura per fare rete: un punto di partenza per nuove policies legate al turismo?

Anche questa mi sembra un’ottima idea: creare una rete di dialogo con tutti gli assessori comunali alla cultura della Regione aiuterebbe, ad esempio, a evitare sovrapposizioni di eventi culturali nelle stesse date. Occorre superare appartenenze politiche e campanilismi per arrivare a una programmazione regionale in grado di conciliare e valorizzare le enormi potenziali esistenti.

Storia e turismo: si può pensare ad un fil rouge tra Regione e Università per migliorare l'offerta?

La mission delle Università, oltre alla formazione ed alla ricerca, comprende lo sviluppo economico, con riferimento al territorio sul quale l’Ateneo ha influenza. Ma in Abruzzo questa propensione delle Università a cooperare alla crescita economica è stata in passato valorizzata molto poco. Nel programma del presidente Marco Marsilio si prevede una netta inversione di rotta, con la creazione di strumenti, come i cluster territoriali, che dovranno valorizzare in pieno le competenze degli atenei regionali. L'obiettivo è di mettere a sistema comune le Università e tutti gli attori dello sviluppo: la valorizzazione delle risorse tipiche del territorio implica un modello centrato sul gioco di squadra tra attori pubblici e privati. Uno degli ambiti di sicura cooperazione tra Regione e Università sarà appunto il turismo, un settore che in Abruzzo ha enormi potenzialità di ulteriore sviluppo.

Quindi?

Dobbiamo incrociare le competenze delle Università con la programmazione regionale e con l'offerta delle imprese private, perseguendo condivise priorità delle politiche turistiche. Nel programma sono stati individuati alcuni progetti prioritari sui quali focalizzare la collaborazione: valorizzazione della montagna; tradizioni, storia e cultura come attrattori turistici; turismo del mare; agricoltura e enogastronomia; turismo religioso; turismo bike e trekking; convegnistica e turismo business. Su questi progetti la collaborazione delle Università abruzzesi potrà essere preziosa, soprattutto nel supportare le scelte politiche con analisi delle best practices e con lo studio quali/quantitativo dei potenziali fruitori e dei costi/benefici delle relative politiche. Il turismo è una industria ad alta digitalizzazione e l’analisi dei dati da parte di ricercatori universitari ci consentirà di focalizzare le strategie e progettare meglio prodotti e servizi da offrire.

In Puglia le due giunte Vendola hanno fatto del turismo e della cultura una fonte di pil duraturo, tra presenze in crescita e posti di lavoro costanti: è un modello a cui l'Abruzzo può guardare?

Certo, il turismo va “destagionalizzato” puntando, oltre che sulle bellezze naturali del paesaggio e il “fisiologico” turismo marittimo, anche sul nostro immenso patrimonio culturale e sugli itinerari religiosi. La Puglia di Vendola, a tal riguardo, ha scommesso sul turismo con un programma integrato. Ha sfruttato la crisi del turismo nordafricano causata dalla minacciosa presenza dell’Isis e ha investito sul brand #weareinpuglia, diventato un hashtag virale. Nel progetto hanno avuto un peso importante due strutture regionali: Puglia promozione, che ha come mission il sostegno all’immagine della Puglia e l’Apilia film commission. L’agenzia di promozione cinematografica ha fatto esplodere nell’immaginario la Puglia cofinanziando film indiani come le pellicole di Bianchini ambientate a Polignano, o di Ozpetek. In questo ambito, Vendola ha sfruttato le sue amicizie nel mondo dello spettacolo per offrire una immagine friendly e accogliente della regione. Ultimo dato: la Puglia con il sistema aeroporti ha finanziato per molti milioni di euro la Rayanair, che a Bari e Brindisi ha scali che portano in puglia turisti da tutto il mondo. Un modello cui guardare con attenzione.

Festival letterari e fiere del libro: è possibile intrecciare letteratura, natura e borghi anche in Abruzzo?

Per rimanere in Puglia, sono stato ospite, in occasione della presentazione di un mio libro, del festival “Libro possibile”, che si svolge nella magnifica cornice di Polignano a mare. Ogni edizione conta circa 100mila presenze in soli 5 giorni. Anche l’Abruzzo, però, si è mossa in questa direzione: dal 2006 a Torricella Peligna, luogo d’origine di John Fante, ogni agosto si tiene il Festival “Il Dio di mio padre”, dedicato proprio al grande scrittore italoamericano. Grazie alla illuminata direzione di Giovanna Di Lello, questo appuntamento coinvolge ogni anno personaggi del mondo della cultura e soprattutto richiama migliaia di visitatori da tutta Italia. Lo stesso si può dire, per fare alcuni esempi, del premio internazionale Ignazio Silone a Pescina, giunto alla sua 22esima edizione, del premio Flaiano, che ha appena festeggiato le sue 46 candeline, o del premio nazionale di cultura Benedetto Croce, arrivato alla 14esima edizione, le cui giornate conclusive si terranno nell’ultimo fine settimana di luglio a Pescasseroli, una ghiotta occasione turistica per visitare la “capitale del Parco”. Ultimo per “età”, ma non certo per la qualità dell’offerta culturale, è il Festival d’Alba, che si tiene da tre anni nello straordinario sito archeologico di Alba Fucens, alle pendici del monte Velino, ed è già diventato un punto di riferimento per moltissimi turisti del centro Italia. Letteratura, natura e borghi rappresentano senz’altro una formula vincente. Attraverso queste iniziative è possibile valorizzare luoghi già conosciuti, ma anche promuovere lo sviluppo culturale e turistico dell’entroterra abruzzese, favorendo – come nel caso eclatante di Torricella Peligna e quello più recente di Alba Fucens – quelle aree interne troppo lontane dai riflettori delle grandi città.

 

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