Ho visto le tifose iraniane sgranare con tristezza strepitosi occhi allungati, femmine invisibili in patria, donne consapevoli in mondovisione... ho visto i giocatori della Repubblica Islamica di Teheran esultare assatanati per un gol storico che il maledetto VAR annullò... ho visto gli spagnoli vincere arrancando alla fine, senza l'aritmetica della qualificazione...e continuo a vedere i gol segnati in tutti i modi conosciuti da Cristiano Ronaldo...ho visto gli uruguagi...più o meno belli, sporchi e cattivi, piegare i sauditi, almeno orgogliosi.. e tutte queste cose le ho viste in tre partite finite tutte per uno a zero.
Ricordo antichi maestri di giornalismo sportivo, giganti assoluti senza smartphone e pc, che diffidavano alteri di questo risultato finale...l'uno a zero è in fondo stupido...dicevano...perchè è la fotografia del pericolo scampato e del rimpianto...in entrambi i casi non si cresce...
Non ricordavo invece nulla di simile ai tifosi del Senegal e del Giappone che puliscono alla fine del match il settore che avevano occupato. Una sorta di differenziata che surclassa la Raggi, perdente fissa contro i rifiuti della Capitale.
A onor del vero, ragionando, ho pensato che intanto asiatici e africani erano ben disposti alla fine di partite vittoriose, ma soprattutto perchè controllati a vista dalla sicurezza russa che immagino molto più rocciosa del miglior Gattuso di sempre...
Ho dato uno sguardo al programma odierno che intreccia come perle Danimarca-Australia, Francia-Perù e Argentina-Croazia...si spera spettacolo e gol...certamente festival di gioventù in campo e fuori, un concentrato di vitalità e di azione.
Infine, con un sospiro per forza complice di me stesso, ho riflettuto sulla gioventù maturanda italica...la maggioranza ha scelto, a diciotto anni, nel tema d'esame la traccia sulla solitudine.
E così, al termine della prima settimana di Russia 2018, ho scoperto il centesimo motivo dell'assenza della Nazionale Italiana...
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