Anche l'estate in Abruzzo sa di vino


Un bel vino bianco da servire rigorosamente freddo. Il colore è un giallo che tende al dorato


di Samuela Palatini
Categoria: Avvinato
09/06/2018 alle ore 16:09

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Nelle giornate calde che si approssimano all'estate, le coste abruzzesi si popolano di voci, passi, gambe, di corpi tonici, sinuosi o morbide rotondità, si animano e per qualche mese concentrano l'entusiasmo di quanti sono in vacanza.

Che ci si trovi però sulla costa nord distesi sulla sottile sabbia argentea, o semplicemente a sud sui tratti ciottolosi che si interpongono tra un Trabocco e l'altro, esiste in entrambi i casi un momento della giornata che è un unicum. È il momento del tramonto, quando però il sole non è ancora del tutto basso, quando i raggi come lance traverse colpiscono i corpi e le ombre si allungano. Il vociare a quell'ora si placa e sembra che quello stesso spazio di mondo si assopisca, che rallenti prima della sera.

È l'attimo in cui il corpo trova riposo e refrigerio, accarezzato da quella solita brezza che si alza dal bagnasciuga, quando la pelle è scagliata dal sale, i capelli si appoggiano morbidamente sulle spalle asciugati al sole. In quel momento si propaga nell'aria l'odore di estate. Un profumo fresco, vivace, che sa di mare e di salmastro. Sarà forse che le mie percezioni sensoriali subiscono fortemente l'approsimarsi del solstizio estivo, ma questo momento l'ho vissuto accompagnato da un vino che raccoglie ed amplifica proprio alcuni di questi profumi.

Un bel vino bianco da servire rigorosamente freddo. Il colore è un giallo che tende al dorato. Sono i sentori ad essere sorprendenti, intensi di un erbaceo fresco che muove verso i fiori gialli delle ginestre e della camomilla. Il sorso è secco, abbastanza caldo, quello che però colpisce maggiormente è la sapidità che sposata ad una buona mineralità lo rendono un vino affascinante per stile e brio.

Il momento per questo vino è proprio quello che vi ho descritto, quando tra amici si parla e le parole sono intervallate dai silenzi sereni. Tra un sorso e l'altro ci si lascia trasportare dalle risate e dalle occhiate complici. A mio parere è perfetto accompagnato a stuzzichini estivi, a base di pesce come una bruschetta con alici marinate, o ad una insalata di mare ben ricca.

Si tratta del Pecorino Plenus dell'azienda Marina Palusci di Pianella (PE).

Il nome dell'azienda è quello della mamma di Massimiliano D'Addario, che si è dapprima avvicinato all'olivicoltura, nel rispetto completo della vocazione di quell'angolo d'Abruzzo; per poi dedicarsi ad una produzione vinicola naturale. Il vino fa fermentazione spontanea, non ha solfiti aggiunti, matura in acciaio sulle fecce fini, non viene filtrato e riposa alcuni mesi (circa un anno) in bottiglia.

Tra le peculiarità di questo vino c'è la raccolta e la vendemmia notturna per mantenere al meglio il frutto, sfruttando l'effetto di refrigerio delle ore buie. La bottiglia ha sull'etichetta il disegno del rosone della chiesa di Santa Maria Maggiore di Pianella, si presenta con il tappo a vite, soluzione questa, che sta incontrando sempre maggiore impiego soprattutto in vini naturali che non prevedono l'aggiunta di solfiti. Il Pecorino Plenus racconta ancora una volta la vita delle piccole aziende agricole che scelgono percorsi tortuosi e lunghi, che ascoltano i ritmi della natura e che sanno rispettarne i tempi.

Ritagliare alla prossima estate momenti unici, divertenti e profumati diventa quindi un proposito. Una condizione essenziale è che siano sempre accompagnati da un buon calice di un vino Abruzzese, per suggellare di nuovo una promessa di amore e felicità che dobbiamo a questa terra.

 

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