Workshop? Seminari? Tagli di nastro? L'Abruzzo ne ha abbastanza di frizzi e lazzi che, un secondo dopo, si rivelano scatole vuote. Qui occorre una rivoluzione vera, non l'ennesima partita di giro.
"Vorrei dare una impronta nuova, di un assessorato che lavori al fianco delle amministrazioni e degli operatori” ha detto il neo assessore regionale al Turismo. Ecco come: suggeriamo che accanto a momenti di incontro e post sui social, si affidi la materia a chi ha un lungo curriculum sul binomio pil e turismo; a chi ha nel proprio portafogli la consapevolezza che prima occorre cementare la cultura del turismo e poi dare il via agli annunci; a chi ha un know how che lo porta a imparare da chi ne sa di più, non da chi ottiene di meno.
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Chi amministra l'Abruzzo, ad esempio, sarebbe utile che guardasse a una manciata di chilometri più a sud, dove la Puglia da due lustri ha imbastito una politica regionale di stampo internazionale che ha fatto del turismo una voce consolidata del proprio blancio. Come? Affidando la materia a manager qualificati di lunga esperienza e non con in mano il manuale Cencelli.
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La sfide che “tutti insieme dobbiamo vincere” non è in Abruzzo solo quella del turismo, così come molti amministratori ripetono. Ma, come pensiamo umilmente da queste colonne, quella della cultura politica che, solo se elevata al cubo con competenze riconosciute, può trasmettersi al territorio.
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