L'allarme arriva dal numero uno di Frontex, Favris Lehger: più 17% di migranti ad aprile tra Grecia e Turchia con il rischio che la prossima estate diventi di fatto un nuovo esodo. I motivi? In primis il fatto che Iran, Iraq e Siria stanno aumentando il numero dei migranti attualmente in Turchia da dove (probabilmente) sfuggono ai controlli, più di quanto facessero lo scorso inverno.
Ufficiosamente circola con insistenza la voce che Ankara sia “distratta” dalle elezioni anticipate e qui di vigili un po'meno sui 4 milioni di profughi presenti sul proprio territorio. Ufficialmete va tutto bene madama la marchesa, con l'Ue che si illude ancora una volta di aver risolto il problema spedendo tutta la polvere sotto il tappeto.
Un altro errore blu, perché la questione non può essere sanata con una partita di giro ma investe la politica estera di tre quadranti: quello mediterraneo, quello subsahariano e quello mediorientale. E non dirlo apertamente produce ancora più caos.
Se i numeri dovessero essere confermati, nelle prossime settimane il trend non potrà che aumentare, con i riverberi che interesseranno l'Italia alla vigilia di una stagione estiva che si preannuncia complessa. Manca una strategia europea che investa l'intero comparto africano, manca una cabina di regia che interloquisca direttamente con i paesi coinvolti, manca insomma una testa politica che si occupi seriamente della questione che non può essere ridotta solo alle vibranti proteste dei luoghi di prima accoglienza. Dei trattati non si parla più, al pari del pasticcio che sta andando in scena in Siria nel silenzio della politica italiana occupata con veti e controveti post elezioni (o pre).
Intanto in Grecia, nell'isola di Lesbo, i 32 rifugiati accusati di lesioni personali alla polizia che lo scorso luglio erano stati arrestati dopo una notte di incendi e disordini, sono stati condannati a 26 mesi di reclusione. Riconosciuti colpevoli dalla Giuria penale della Corte delle isole del nord Egeo.
Per questa ragione sull'isola sono ripresi gli scontri nell'hotspot di Moria, sulla stessa isola che ospita la conferenza di sviluppo alla presenza del premier Alexis Tsipras. Ci sono stati 20 feriti negli scontri e il ministero dell'interno al fine di impedirne di altri ha inviato 17 squadre di teste di cuoio per proteggere il premier.
Sono previste manifestazioni di protesta da parte di associazioni no profit, ong e legali dei migranti. La sinistra di piazza e associativa che protesta contro il primo premier di sinistra della storia repubblicana ellenica. Se non è questo uno scherzo della storia...
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