Cosa c'è accanto al no di Macron ad una Turchia nella famiglia Ue? Motivazioni di merito, di metodo e contingenze al momento immutabili come la condotta turca sulle libertà individuali, sfociate nel golpe farsa che ha mandato a morte (e in galera) migliaia di militari, giornalisti, attivisti e cittadini.
Ma al di là del no all'ingresso in Ue, che verosimilmente Parigi ha concordato con Berlino, comunque Erdogan non torna a mani vuote dall'Eliseo.
La parte turca ha firmato con il consorzio europeo dei sistemi di difesa un accordo di coproduzione per i sistemi missilistici a lungo raggio. Un buon cliente, la Turchia, che la Francia e l'ue non intendono fisiologicamente perdere.
Solo poche settimane fa era arrivato l'ok all'acquisto da Mosca dei missili anti-aerei S-400, notizia che era stata fatta circolare già nello scorso febbario. Ankara così dispone di una netta supremazia militare nell'intera macro regione, con ricadute chirurgiche a est (quindi in Medio Oriente) e a ovest (quindi nell'Egeo).
E'chiaro che allo stato delle cose potrebbero verosimilmente mutare i rapporti di forza nell'intera area, coinvolgendo il bacino orientale ma anche quello occidentale che si affaccia sul Mediterraneo. Giusto un anno fa la Turchia aveva manifestato interesse ad acquistare un sistema missilistico cinese, ma tutto fu poi bloccato dalle reazioni di Washington e della NATO.
In allarme anche il bacino che guarda al mar Egeo, dove le tensioni causate da Ankara stanno vivendo settimane febbrili, causate dalle continue provocazioni militari turche, con sconfinamenti aerei degli F16 e con addirittura una motovedetta che ha sparato un colpo durante un'esercitazione non autorizzata da Atene. La Turchia ha già sviluppato una propria industria della difesa, avviando la costruzione di bacini attrezzati per cantieri medio-grandi.
Il missile S-400 con sistema Triumf, operativo dal 2007, è in grado di intercettare tutti i tipi di armi moderne d'aria, tra cui i missili balistici e da crociera fino a 250 miglia. Il sistema terra-aria con propulsione a razzo è progettato per fermare aerei dediti alla guerra elettronica.
Un doppio risultato quindi che consente ad Ankara di "abbracciare" uno dei principali settori dell'industria della difesa in Europa, dove i francesi sono attivi in partnership con Thompson e l'italiana Alenia. Di questo accordo vennero gettate le basi nel luglio 2017.
Inoltre un altro tema al centro dell'incontro è stato quello sui migranti: nonostante i denari dell'accordo Ue-Turchia già concordati, Ankara chiede un altro passo alla Ue, con l'obiettivo di ridurre i nemici esterni e aumentare gli amici. A dimostrazione di questa strategia, mentre Erdogan era all'Eliseo nelle stesse ore ha spedito il suo ministro degli esteri a Berlino per incontrare il suo omologo tedesco e ricucire dopo gli scambi di accuse dei mesi scorsi.
Una missione però tutt'altro che semplice per via della contemporanea difficoltà con cui Angela Merkel sta componendo il governo e, quindi, con la poca voglia di imbarcarsi in un'altra avventura dall'esito incerto. Non va dimenticato che le “ferite” della politica merkeliana di accoglienza tout court dei migranti avviata nel 2015 si trovano proprio nelle scorse urne tedesche che non le hanno riservato il consenso sperato.
Infine il nodo diritti umani che si lega con il dossier Isis: Macron ha sottoposto a Erdogan vari casi di vittime della repressione.
Per tutta risposta Erdogan avrebbe sollevato il caso dell'avvocato Martin Pradel, che oggi difende i jihadisti francesi detenuti dai curdi in Siria, dopo essere stato il difensore del giornalista Loup Bureau, imprigionato in Turchia, prima di essere rilasciato nel settembre scorso.
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