Un anno fa la barbarie jihadista fece 12 morti e 56 feriti a Berlino. Un mercatino natalizio fu squarciato da un tir polacco giunto dall'Italia che investì la folla nel quartiere di Breitscheidplatz. Qualche giorno fa alcuni fiancheggiatori sono stati individuati, ma al di là delle indagini prettamente teutoniche, sono due gli elementi che lasciano sbigottiti in questa vicenda: uno interno che attiene alle vittime e l'altro esterno che riguarda l'approccio europeo al terrorismo.
I familiari dei colpiti non hanno potuto avere rapporti col governo Merkel. La politica tedesca, forse distratta e impegnata dalle laboriose elezioni dello scorso settembre, non ha ritenuto di dover allacciare fili che meritavano altro rispetto e altre attenzioni. Tra le vittime c'è chi è rimasto orfano, chi ha smarrito la compagna o il marito, chi non ha più mezzi di sostentamento, chi insomma ha perso tutto.
Certo, non è questo un manifesto assistenzialistico ma un richiamo anche alla stampa tedesca, sempre attenta a contare le buche nelle strade degli altri ma poi distratta quando c'è da indignarsi per le sbavature di casa. Diecimila euro di indennizzo per chi ha perso un parente in quella strage è un insulto, considerati anche i numeri pazzeschi dell'economia tedesca che potrebbero tranquillamente consentire allo Stato di essere di manica più larga.
Ma al di là degli zeri di quei bonifici è il modus che non è condivisibile. Anche perché il tema, quello del terrorismo islamico, è ancora sottostimato da Bruxelles e dalla maggior parte delle cancellerie europee.
In Belgio la vacatio del governo è costata il mancato controllo del territorio: altro che Scampia, le periferie di Bruxelles fanno davvero paura e non c'è una tv che le immortali più.
Se a Londra un adepto manifestasse sui social tutto il proprio apprezzamento per quel sangue e quegli atti di terrore, non verrebbe scalfito. Mentre in Italia, per fare un esempio, avrebbe immediatemente alle costole la Polizia Postale in prima battuta e poi tutti gli altri al seguito. E'come se gli Stati membri rifiutassero di imparare dall'Italia come si conduce la lotta al crimine e a gruppi più o meno organizzati che stanno semimando panico e sangue in giro per un continente.
E'come se nessuno possa alzare un dito e dire che lì dove i bus arrivano in orario e dove si salvano le banche con aiuti di stato, lì dove si è rotto il giocattolo della grande coalizione perché tutti sono fallibili e nessuno ha il sole in tasca, lì dove i proclami dell'austerità forzosa si sommano ad un surplus di bilancio su cui si fa finta di niente, si sta sbagliando tutto nella lotta al terrorismo.
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