Quattordici anni sono tanti. E appunto perché non sono pochi c'è da chiedersi, con franchezza e onestà intellettuale, se si tratti solo di una fisiologica questione di ricambio oppure se a Teramo qualcuno abbia commesso degli errori.
Nascondersi, perché a breve si vota per le politiche, o celare sotto il tappeto la polvere di una politica troppo spesso sciatta e approssimativa non fa bene a nessuno: né ai partiti né ai territori da amministrare.
Nessuna piazzale Loreto, ci mancherebbe: non è con pulizie etniche di massa che si cicatrizzano ferite. Ma quantomeno una lista di responsabili, con un podio di chi ha sbagliato di più e chi di meno. E'il minimo che la cittadinanza si aspetta dalla classe dirigente.
Un pezzo di Forza Italia ha fatto cadere il sindaco, che già traballava di suo. Lecito chiedersi: possibile che i personalismi sono stati più forti della logica delle alleanze? Possibile che l'incompatibilità tra fazioni faccia perdere un Comune ad una coalizione a pochi mesi dalle politiche?
Chi risponde del danno di immagine e di una nuova campagna elettorale per Teramo dove le opposizioni saranno in logco vantaggio rispetto alla ex maggioranza?
Senza contare che, ad esempio per il nuovo ospedale, in città stanno per arrivare dei finanziamenti importanti e ancora non si sa chi dovrà amministrarli al meglio e gestirli con trasarenza e cognizione.
Le accuse incrociate che sulla stampa sono in queste ore lanciate dai protagonisti lasciano il tempo che trovano. Serve che chi ha sbagliato lo dica, si scusi e un attimo dopo lasci.
Così si faceva un tempo a Piazza del Gesù, Botteghe Oscure e via della Scrofa.
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