La dorsale adriatica può rivelarsi la chiave per lo sviluppo del territorio abruzzese. Questo versante del paese è infatti destinato ad assumere un ruolo strategico, nella movimentazione delle merci, attraverso l'interconnessione con le rotte dell'Europa centrale e dell'area balcanica. Senza dimenticare la linea di collegamento con la dorsale tirrenica, autentico ponte verso la penisola iberica.
Il versante adriatico, e più in generale l'Italia, sono uno dei porti naturali dell'Europa sul Mediterraneo. Un'area destinata ad acquisire ulteriore peso sulla scia della Via della Seta, il megaprogetto di sviluppo cinese che, facendo base nel Pireo, punta ad implementare i collegamenti con l'Europa e con il resto del mondo, e che promette di attivare investimenti per mille miliardi di dollari nei prossimi quattro anni.
La nascita del nuovo hub cinese sta già rivoluzionando assetti e scelte strategiche, e in sostanza, se fino ad ora l'idea di un corridoio adriatico è stata poco più che filosofia, adesso che sono in ballo affari multimilionari si può iniziare a fare sul serio. Secondo l'analisi della società di Studi e Ricerche per il Mezzogiorno di Intesa San Paolo, il progetto Via della Seta è in grado di stimolare una crescita dell'export italiano pari al 3% annuo.
L'Abruzzo ha il dovere di farsi trovare pronto. Nonostante i gravi ritardi accumulati, può ancora giocarsi le sue carte: infrastrutture autostradali e ferroviarie sul versante adriatico; intermodalità tra Adriatico e Tirreno; sistema portuale che fa perno su Ortona.
GOMMA
L'autostrada A14, che collega Bologna a Taranto lungo i 781 chilometri della dorsale adriatica, assegna all'Abruzzo il ruolo di cerniera tra nord e sud del paese. Sono 135 i chilometri di autostrada a doppia corsia che vanno dal casello di Val Vibrata, al confine con le Marche, a quello di Vasto Sud, a ridosso del Molise. I dati registrano un costante incremento dei flussi di traffico autostradale, sia in riferimento ai mezzi leggeri che in rapporto a quelli pesanti, lungo tutte le tratte del territorio abruzzese: nella tratta che va da Ancona a Canosa, nel 2016, i mezzi in transito hanno percorso 3.764.453 chilometri, facendo registrare un aumento del 3,4% rispetto all'anno precedente.
La crescita dei flussi di traffico riguarda soprattutto la tratta meridionale Lanciano-Canosa (+4,2%, con un +4,4% dei mezzi leggeri e un +3,6% dei mezzi pesanti). Segue la tratta Ancona-Pescara (+3,4%, con un +3,5% dei mezzi leggeri e un +3,1% di quelli pesanti) e chiude la tratta Pescara-Lanciano (+1,5%, con i dati relativi alle due tipologie di mezzi sostanzialmente identici).
E' segno che, nonostante la crisi continui a colpire larga parte del tessuto economico abruzzese, i traffici commerciali conservano una certa vitalità, evidenziando una pur lieve ripresa. Un trend che in parte è legato al buon momento della Sevel, con ricadute positive su tutto l'indotto, ma che è determinato anche dalla qualità di altre realtà imprenditoriali del territorio.
L'Abruzzo, inoltre, svolge la funzione da raccordo con la sponda tirrenica e in particolare con Roma, attraverso la rete autostradale composta da A24 e A25, che collega la capitale a Pescara (via Torano) e a Teramo (via L'Aquila). In tutto 281 chilometri di autostrade, che si estendono verso le aree interne e fino alla costa, immettendosi sulla dorsale adriatica.
Naturalmente occorrerà risolvere diversi nodi e ritardi infrastrutturali, a partire proprio dalla messa in sicurezza di A24 e A25, ancora al centro di una contesa tra Governo e Strada dei Parchi, in relazione allo sblocco dei fondi per gli interventi urgenti.
FERRO
Sarà soprattutto la rete ferroviaria, però, a delineare i nuovi assetti e le nuove interconnessioni con i più importanti hub commerciali internazionali. L'Abruzzo dispone di 524 chilometri di ferrovie: anche in questo caso le rotte più importanti sono rappresentate dalla direttrice adriatica, che nella regione attraversa circa 140 chilometri, e dalla linea Pescara-Roma, lunga 180 chilometri. Complessivamente si contano 123 chilometri di linee a doppio binario e 401 chilometri di linee a binario unico. Sono 206, inoltre, i chilometri di tracciato non ancora elettrificato.
Se la direttrice adriatica riveste un ruolo strategico, proiettando l'Abruzzo verso il Nord Europa e l'area balcanica, la linea Pescara-Roma è la chiave per i rapporti con il versante tirrenico, ma anche con la Spagna e il Portogallo. I ritardi accumulati, però, sono enormi e su questo fronte è difficile competere, anche alla luce dei grandi progressi compiuti lungo la linea ferroviaria tirrenica, che hanno prodotto l'abbattimento dei tempi di percorrenza.
Basti pensare che Pescara e Roma distano poco più di 200 chilometri, ma sono separate da un viaggio in treno di 3 ore e 22 minuti, mentre per raggiungere Milano da Roma, che di chilometri ne dista quasi il triplo, si impiegano appena 2 ore e 55 minuti. Insomma il gap appare quasi impossibile da colmare, a meno che non si mettano sul piatto soldi veri.
Magari proprio a partire dal miliardo e mezzo annunciato diversi mesi fa dal governatore D'Alfonso, ma di cui sembrano essersi perse le tracce. Soldi con i quali puntare a ridurre ulteriormente i tempi di percorrenza tra la costa abruzzese e la capitale, magari realizzando anche il progetto del raddoppio del binario fino all'Interporto di Manoppello, che in questo modo potrebbe davvero ambire a rivestire quel ruolo strategico che, al momento, appare poco di più di una chimera.
In attesa di vedere opere e cantieri, ci si accontenta degli annunci. Come quello della settimana scorsa, con il quale D'Alfonso ha reso noto di avere ricevuto il via libera a stanziamenti integrativi per 210 milioni di euro, destinati in parte proprio al raddoppio della tratta che va da Pescara a Chieti e Manoppello, come primo stralcio funzionale del programma di velocizzazione della Roma-Pescara, in parte alla velocizzazione ed elettrificazione della linea Terni-Rieti-L’Aquila-Sulmona, e in parte alla manutenzione straordinaria. Il governatore ha aggiunto che l’area adriatica è già oggetto di un contratto da 350 milioni di euro riguardante il tracciato tra Bologna a Bari.
Risorse che, spalmate sui quasi 700 chilometri che separano il capoluogo emiliano da quello pugliese, per l'Abruzzo equivalgono a briciole.
PORTI
Altra carta da giocare, per il territorio abruzzese, è quella relativa al sistema portuale, asse portante nell'ottica dell'intermodalità e strumento decisivo nei rapporti con i mercati esteri. Un accordo di rilievo, in tal senso, è stato sottoscritto nei giorni scorsi a Civitavecchia: si tratta di un'intesa che, nell'ambito della strategia della Macroregione adriatico ionica e dell'accordo istituzionale tra le Regioni Abruzzo e Lazio, punta ad integrare la rete infrastrutturale comunitaria con una trasversale mediterranea, una sorta di land bridge in grado di collegare il Tirreno centro-settentrionale e l'Adriatico centrale, con particolare riferimento all'integrazione delle connessioni marittime verso Spagna, Croazia centrale e meridionale, Montenegro, Albania e Grecia, fino alla Turchia.
Al centro di tale accordo, insieme ai porti di Ancona e Civitavecchia, figura il porto di Ortona, ancora in cerca della propria identità e di una strada per il rilancio.
Come primo passo, sarà predisposto un piano di sviluppo progettuale al fine di incrementare i traffici, lo sviluppo economico e l'agilità degli scambi commerciali tra i porti coinvolti. Le Autorità di sistema portuale di Ancona (alla quale fa riferimento anche Ortona) e Civitavecchia collaboreranno negli ambiti dei servizi portuali, della comune azione di promozione dei porti verso le istituzioni comunitarie e della ricerca congiunta di finanziamenti comunitari. Importante anche la dimensione della formazione, con la volontà di aprire alla collaborazione degli istituti nautici regionali.
Solo il tempo dirà se l'intesa produrrà effetti concreti, ma è quanto meno un primo passo che indica la presa di consapevolezza delle nuove sfide che attendono l'Italia e l'Abruzzo sul piano infrastrutturale e della competizione globale.
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