In Abruzzo il disagio sociale continua ad uccidere. Tanto sulla costa quanto nelle aree interne, si allunga la tragica conta dei suicidi. L'ultimo caso pochi giorni fa, nel quartiere Rancitelli a Pescara, dove un invalido di 44 anni si è tolto la vita gettandosi dal balcone della sua abitazione. Ad uccidere è quasi sempre la solitudine, che in presenza di difficoltà economiche, fisiche, psicologiche o sociali, rischia di rivelarsi letale.
Un sostegno adeguato da parte delle istituzioni potrebbe, quanto meno, contribuire a colmare i vuoti e a prevenire scelte senza ritorno. I comuni abruzzesi mettono in campo di una serie di servizi, erogati da apposite strutture, supportate da un'ampia rete di associazioni e cooperative. Mezzi e risorse a disposizione, però, sono esigui. Impaginato.it analizza i casi delle due principali realtà della regione: L'Aquila e Pescara.
LE FRAGILITA' SOCIALI
Povertà, indebitamento, disabilità, malattia, tossicodipendenza, alcolismo e ludopatia sono alcune delle principali emergenze che riguardano ampie fasce della popolazione abruzzese. Ogni problema presenta caratteristiche diverse e richiede un intervento mirato. Sul campo operano i servizi sociali dei comuni, le cooperative e le associazioni laiche e cattoliche. Su alcuni fronti l'ambito di intervento è demandato alle Asl.
I Piani sociali dei comuni definiscono l'impegno economico delle varie amministrazioni e comprendono, oltre ai finanziamenti comunali e regionali, anche i fondi intercettati tramite bandi nazionali ed europei: il Piano sociale del comune dell'Aquila nel 2017 ha ottenuto 6.580.000 euro, mentre per il 2018 prevede un importo di 6.680.000 euro, con un incremento di circa 100mila euro rispetto all'anno precedente. Il Piano sociale del comune di Pescara nel 2018 mette in campo oltre 13 milioni di euro, rispetto ai circa 10 milioni complessivamente impegnati nel 2017.
"L'Aquila è una città diffusa, con povertà diffuse ed emergenze sparse nel territorio - spiega Francesco Cristiano Bignotti, assessore alle Politiche sociali del comune del capoluogo -. E' una realtà molto complessa e articolata, che richiede interventi calibrati. Le risorse a disposizione sono limitate - prosegue - ma cercheremo di incrementarle". Antonella Allegrino, che riveste lo stesso ruolo al comune di Pescara, tiene a rimarcare "il grande lavoro svolto dalla nostra amministrazione per dare vita ad un Piano sociale che fosse il più ampio e partecipato possibile, tanto che la stesura del testo è avvenuta dopo 10 mesi e 23 incontri. Si tratta di un piano in grado di sprigionare risorse ingenti - aggiunge - su un territorio diversificato e che presenta aree caratterizzate da gravi criticità".
L'ASSISTENZA DEI COMUNI
Sia a L'Aquila che a Pescara l'Ufficio politiche sociali è l'interfaccia del comune con i cittadini in difficoltà: nel capoluogo di regione sono attivi 8 assistenti sociali, per una popolazione di circa 70mila abitanti, mentre nella città adriatica garantiscono il servizio 10 operatori, su una platea di circa 120mila residenti. Si tratta di figure che in parte svolgono il servizio a domicilio, mantenendo i contatti con individui o famiglie già note agli uffici, per le proprie condizioni di difficoltà, e in parte ricevono in sede le visite dei cittadini, che si rivolgono ai comuni per chiedere aiuto.
In genere il primo contatto prevede un colloquio, nel corso del quale si stabilisce il percorso da approntare, che può essere calibrato sulla persona o sul nucleo familiare: si individua, dunque, il servizio necessario, che può essere erogato direttamente dal comune o da cooperative e associazioni del terzo settore.
A L'Aquila il comune fornisce l'assistenza domiciliare ai disabili, mentre il resto dei servizi è in gran parte appaltato a cooperative esterne. A partire dal gennaio prossimo, però, il comune garantirà anche alcuni servizi diretti alle persone. Nel frattempo è stata istituita la Rete dei servizi di prossimità, che racchiude 18 associazioni che collaborano con il comune aquilano. All'interno della
Rete c'è, ad esempio, uno Sportello anti-indebitamento, che aiuta i cittadini in difficoltà a liberarsi da piccoli debiti, come quelli per le utenze non pagate. Sono previsti, inoltre, assegni di cura per gli anziani e per i disabili, e sempre per gli anziani c'è il centro ex Onpi, riservato agli over 65.
Il comune di Pescara, già attualmente, eroga 31 servizi sul fronte delle fragilità, delle marginalità e delle altre criticità sociali: con l'entrata in vigore del nuovo Piano sociale, nel 2018, i servizi saliranno a 63. Sul piano del contrasto alle povertà estreme, è attivo il Pronto intervento sociale (Pis), che interviene in casi particolari, ad esempio per il pagamento di bollette arretrate e per fornire sostegni diretti di fronte a situazioni particolarmente critiche.
Inoltre sono gestiti, finanziati o supportati dal comune adriatico 4 centri diurni dedicati alle disabilità, un centro diurno per le demenze senili, un centro di salute mentale e 5 centri sociali per anziani.
LA RETE DEL TERZO SETTORE
Il terzo settore è un'ampia galassia formata da associazioni di volontariato, cooperative, enti pubblici e realtà diocesane e parrocchiali. Soggetti che svolgono funzioni diverse, ma complementari, di affiancamento all'attività dei comuni nel sostegno alle persone in difficoltà: a L'Aquila si contano oltre 50 associazioni di volontariato, mentre a Pescara sono censiti circa 200 soggetti, tra associazioni, cooperative, enti pubblici e altre realtà istituzionali che prendono parte al Piano sociale.
Le cooperative ricevono i servizi in appalto, dietro un compenso economico da parte dei comuni. Le associazioni di volontariato, in alcuni casi, ricevono finanziamenti pubblici, ma in genere operano grazie al sostegno economico dei cittadini. Non è molto diffuso in Abruzzo, invece, il modello tipicamente anglosassone che vede milionari e grandi imprenditori animare realtà filantropiche. Vi sono, però, alcune eccezioni, come quella della Onlus Domenico Allegrino, che non percepisce finanziamenti pubblici ed è frutto di un'iniziativa a carattere imprenditoriale: a Pescara dispone di un poliambulatorio medico privato che eroga 20 prestazioni gratuite e 3.000 prestazioni annue, e ha dato vita ad orti sociali, iniziative anti-bullismo nelle scuole e gruppi di auto-aiuto.
Un ruolo importante, sul fronte delle povertà estreme, è svolto dalla Caritas e dall'universo cattolico, sia a livello diocesano che nelle singole parrocchie. A L'Aquila da molti anni è attiva la Mensa Celestiniana, che dopo il terremoto si è spostata in piazza D'Armi. A Pescara ci sono la Mensa di San Francesco, la Mensa della Caritas e il Banco Alimentare. Ci sono poi importanti realtà laiche come l'Associazione On The Road, che ha sviluppato diversi progetti insieme al comune di Pescara e che si occupa dei senza tetto e delle persone senza fissa dimora. Altre associazioni sono attive sul fronte dell'autismo, delle disabilità, nel supporto agli anziani o alle donne vittime di violenza.
VECCHIE E NUOVE EMERGENZE
Vecchie emergenze come la tossicodipendenza e l'alcolismo, o nuove piaghe sociali come la ludopatia e i padri divorziati ridotti sul lastrico. Fenomeni sempre più difficili da interpretare e affrontare.
A L'Aquila la dipendenza da droghe, alcol e gioco è quasi esclusivamente demandata alle attività del Sert, la struttura del servizio sanitario pubblico dedicata alla cura, alla prevenzione e alla riabilitazione delle persone affette da dipendenze. "Stiamo iniziando a seguire con particolare attenzione il fenomeno delle ludopatie - fa sapere Bignotti - visto che la provincia dell'Aquila presenta uno dei dati più elevati nella spesa per il gioco, con circa 1.400 euro annui per abitante. Un fenomeno in crescita dopo il sisma - prosegue l'assessore - che intendiamo regolamentare allo scopo di tutelare i soggetti più esposti".
A Pescara, oltre al Sert, sono attivi Ceis e Lad sul fronte delle droghe, e il gruppo Alcolisti Anonimi nel campo dell'abuso da sostanze alcoliche. "Osserviamo con attenzione anche il fenomeno dei padri divorziati in difficoltà economiche - spiega Allegrino -. Si tratta di una vera emergenza sociale, rispetto alla quale in effetti mancano dei supporti specifici, anche se molto spesso finisce per rientrare nel vasto tema della povertà. Stiamo lavorando, però - rivela l'assessore - alla creazione di un Centro servizi famiglia, che sarà certamente in grado di affrontare anche questa problematica nel modo più appropriato".
LE POLITICHE IN CAMPO
I Piani sociali racchiudono le politiche delineate da ogni amministrazione comunale. Non si tratta soltanto di risorse da distribuire e di servizi da attivare. Alla base ci sono scelte che cristallizzano le priorità di ogni amministrazione e la visione di ciò che si intende per politiche sociali.
"L'approccio dell'amministrazione di Pescara è perfettamente racchiuso nel nuovo Piano sociale - dice l'assessore Allegrino -. La grande novità, sulla quale abbiamo scelto di puntare con decisione, è quella delle politiche attive per lavoro, che si affianca ad altre forme d'intervento molto innovative. Naturalmente ci sarà una parte dedicata all'assistenza vera e propria - sottolinea l'assessore - ma il vero obiettivo, sul quale intendiamo concentrare i nostri sforzi, è volto all'impegno attivo delle persone, per restituire loro la dignità che in molti casi, per le ragioni più svariate dovute alle circostanze della vita, è stata temporaneamente perduta".
Su questo solco si inserisce anche il Progetto Cielo, compreso nel bando Abruzzo Include, con l'utilizzo di 450mila euro, messi a disposizione della Regione, per favorire forme di inclusione attiva, a partire dal lavoro.
L'assessore Bignotti, a L'Aquila, intende muoversi su tre assi. "Puntiamo a consolidare l'erogazione di servizi pesanti, ad esempio sulla disabilità, aggiungendo giornate di sensibilizzazione sociale - spiega l'assessore proveniente dal mondo dell'associazionismo locale -. Inoltre vogliamo mettere al centro le famiglie, visto che ormai basta avere 2 o 3 figli per essere vicini alla soglia di povertà. Abbiamo dunque inserito una misura, finanziata con 80.000 euro, per creare Centri aggregativi ed educativi, sul modello delle realtà nordeuropee, con sale di lettura e altre attività, in grado di formare ed educare i ragazzi senza gravare sui bilanci delle famiglie". Il terzo ed ultimo asse riguarda il "Dopo di noi", ovvero il sostegno e l’assistenza alle persone con disabilità gravi dopo la morte dei parenti che li accudiscono.
"C'è già una legge regionale che stanzia dei fondi - evidenzia Bignotti -. Noi intendiamo moltiplicare gli sforzi e puntare con anche su iniziative che favoriscano un corretto rapporto tra normodotati e disabili".
Inoltre, proprio questa settimana, la giunta comunale darà il via libera al Sostegno di inclusione attiva (Sia), che fornirà un aiuto economico alle famiglie con un reddito inferiore ai 3.000 euro e alcune facilitazioni per l'ingresso nel mondo del lavoro. Novità importanti sono previste anche nel nuovo Piano sociale. "Per la prima volta ci sarà una stretta collaborazione tra comune, Asl e associazioni, che riguarderà anche i casi alzheimer e le disabilità - conclude l'assessore -. La parte sanitaria sarà demandata alla Asl, mentre il comune interverrà sugli aspetti sociali, anche attraverso l'assistenza domiciliare".
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