Parigi sale sul greno ad idrogeno, Roma aspetta (e spera)


Il dibattito sulle infrastrutture è, al pari di quello sugli esteri, purtroppo scomodo contorno. Ma le energie alternative sono il futuro


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
30/08/2019 alle ore 16:31



Quando si osserva che le energie alternative rappresentano il futuro, il pensiero corre anche (o soprattutto) a policies che le sviluppino. Ma le infrastrutture, al pari della politica estera, sono purtroppo tematice troppo spesso relegate dalla politica italiana a scomodo contorno, mentre invece rappresentano il pan per scelte di oggi e prospettive future.

Le ferrovie francesi sono intenzionate ad ordinare dalla Germania 15 treni a idrogeno utili per il servizio trasportistico regionale. Lo ha detto il numero uno della SNCF Guillaume Pepy che di fatto rappresenta una pietra miliare per quanto concerne l'utilizzo delle unità diesel. E così mentre Parigi sale sul treno della modernità, Roma aspetta (e spera).

In Germania, il nuovo sviluppo di Alstom è già in arrivo. Lo dimostrano i risultati ottenuti nello stabilimento di Salzgitter che è riuscito a convertire il propulsore standard Coradia Lint in idrogeno. I primi treni sono già operativi nella Bassa Sassonia settentrionale, mentre un altro corposo ordine per 27 pezzi proviene dall'Assia. Ad oggi il 40% delle principali linee europee e il 20% di tutto il traffico su rotaia è alimentato a diesel. E'la ragione per cui l'Ue si è fatta promotrice di un provvedimento in questo senso, favorendo una diversa strategia: i nuovi treni infatti utilizzano tecnologie a idrogeno e celle a combustibile, per questo denominati FCH (Fuel Cells and Hydrogen).

A guidare la sperimentazione europea c'è la Germania, dove dal settembre 2018 sono attivi i primi due treni a idrogeno sulla rete Elbe-Weser, mentre da tre mesi il Coradia iLint di Alstom è in tournée nel Paese.

Il sistema trasportistico italiano soffre ancora un ritardo nella concezione dell'infrastrutturazione mescolato a una contingenza deficitaria soprattutto nei vettori regionali, molto usati dai pendolari. Se l'Italia pecca da un punto di vista politico, eccelle da quello tecnologico: lo dimostra il fatto che il nostro paese potrebbe essere tra i cosiddetti newcomer, ovvero dotato di un ruolo importante nel retrofit dei locomotori da manovra e anche nelle automotrici per alcune linee diesel.

Più in generale l'idrogeno è stato al centro di uno sforzo da parte di Eni che, in partnership con Toyota, ha implementato la diffusone delle stazioni di rifornimento delle vetture a idrogeno. San Donato sarà la prima città a sperimentarne l'apertura entro il maggio del prossimo anno, contando anche sul fatto che l'idrogeno ha un più alto contenuto energetico rispetto alle batterie elettriche.

L'auspicio è che la macchina dei ministeri giochi la carta della scommessa vincente sulle energie alternative applicate alla mobilità, per non restare spettatori di questa nuova e avvicente partita.

 

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