Immissioni, dimissioni e mancate riflessioni: così si è rotto l'emiciclo d'Abruzzo


La semantica e la dialettica c'entrano ormai davvero poco, qui c'è in gioco il futuro di più di un milione di cittadini


di Leone Protomastro
Categoria: ABRUZZO
15/03/2018 alle ore 10:54

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La semantica e la dialettica c'entrano ormai davvero poco: qui c'è in gioco il futuro di più di un milione di cittadini. Sono gli abruzzesi che assistono attoniti allo spettacolo, anzi, al pasticcio brutto brutto, che sta andando in scena alla Regione.

Che il governatore avesse l'aspirazione di candidarsi non è un problema in sé: lo hanno fatto molti suoi colleghi in passato. Il vero vulnus sta nelle modalità e nel risultato che il 4 marzo è venuto fuori dalle urne, con i cocci che adesso piovono in Regione.

Prima si pensava che i portatori d'acqua regionali, come appunto la guida amministrativa d'Abruzzo, potessero essere un plus per il Pd renziano. Poi, strada facendo, si è scoperto che invece visti i sondaggi deprimenti quella candidatura in modo particolare stava diventando progressivamente un freno, ma il cerino era già acceso e visti i risultati non entusiasmanti della Giunta, ecco il seggio con paracadute incorporato (anche se il Viminale sta ancora valutando voti e seggi come si può evincere dal sito ufficiale...).

Ma poi la prima slavina, a cui ne è seguita un'altra: le dimissioni degli assessori Gerosolimo e Di Matteo stanno producendo le consuete polemiche da bassa cucina. Chi li accusa di volere “immissioni”, chi tocca il filo delle liste, chi fa riferimento a schermaglie partitiche. Tutti errori.

Ad essersi rotto qui è il meccanismo amministrativo che semplicemente è stato usato in maniera irresponsabile, con l'ombra delle elezioni anticipate che ora diventa realtà mentre occorrerebbe stabilità, programmazione e serietà nel manico.

Nel mezzo ci sono i fondi europei, le decisioni che una Giunta monca non potrà prendere con la giusta serenità e con quel piglio programmatico richiesto ad amministrazioni virtuose, l'incapacità di parlare alle imprese, ai commercianti e agli studenti, con la scuola ancora una volta ignorata colposamente da chi dovrebbe, invece, investire nelle nuove generazioni.

Lo ha detto Giovanni Falcone che gli uomini passano ma le idee restano. Ecco, ad averne per questo nostro Abruzzo...

 

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