Berlino-Atene: quell'asse silenzioso (e milionario) fra tangenti e privatizzazioni


Il processo per lo Scandalo Siemens viene rinviato perché un giudice si è ritirato. Nel frattempo soggetti tedeschi si aggiudicano le privatizzazioni di Tsipras, ma sui danni di guerra è silenzio


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
07/08/2017 alle ore 10:05

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Follow the money, scriveva Giovanni Falcone nei suoi report all'FBI. Sono moltissimi i fili dorati che hanno legato - e legato tutt'ora - Berlino ed Atene. E il programma di prestiti della troika non c'entra affatto. Parliamo di un doppio canale che si muove su due grandi filoni che spostano montagne di soldi: la corruzione e le privatizzazioni. Nessun legame, si intende. Solo oggettivamente gli stessi interpreti: la Germania e la Grecia.

Al centro dell'Egeo, quando della crisi finanziaria non vi era ancora l'ombra, si è consumato uno dei maggiori scandali che l'Europa ricordi nel post guerra fredda: il caso Siemens, detonato quando su 1,3 miliardi di euro che la multinazionale avrebbe versato in giro per il mondo nel periodo 1999-2005 per ottenere vari contratti, almeno 130 milioni vennero erogati in Grecia, tra politici e funzionari. Sin dal 1990 Siemens ha recitato il ruolo di fornitore semi esclusivo di prodotti high-tech per Stato e imprese pubbliche in Grecia, come la fornitura di tecnologia digitale per le telecomunicazioni pubbliche dell’azienda Ote, il sistema di sicurezza per le Olimpiadi di Atene del 2004 (quelle costate il triplo del previsto) e il sistema di telecomunicazioni delle Forze Armate.

Il processo, però, dopo i due stop del 2016 a causa della mancata traduzione del verbale d’accusa in francese e tedesco (le lingue native alcuni imputati) e dello sciopero degli avvocati, lo scorso febbraio ha subito l'ennesima battuta di arresto per la richiesta di un giudice di essere sostituito. Ci sono ben 64 imputati, accusati a vario titolo di tangenti e riciclaggio di denaro, e per alcuni di loro c'è anche il rischio ergastolo.

Uno dei più potenti manager di Siemens in Grecia in quel periodo era il notissimo Michalis Xristoforakos, che a scandalo scoppiato fuggì in Germania dove chiese di essere lì giudicato. Era il 2007 e pochissimi se ne occuparono. Dal 2012 però a quello scandalo si è sommato un altro, legato alla fornitura di armi.

Tutto nasce dalle rivelazioni dell'ex Direttore della Difesa greca, Antonis Kantàs, che davanti ai magistrati ammise tangenti per vari armamenti ricevute nel suo ufficio in una miriade di borsoni sportivi, talmente tanti che alla fine non sapeva più quantificarle. Si tratta delle forniture di 170 carri armati Leopard 2A6 Hel dalla tedesca Krauss-Maffei Wegmann (KMW), per i quali Kantà avrebbe ricevuto secondo i magistrati 1,7 milioni di euro a cui va sommato il milione e mezzo per la fornitura di missili Stinger.

Ma dopo quell'inchiesta solo una persona finì in carcere, tra l'altro rimesso in libertà poche settimane fa per motivi di salute: l’ex ministro socialista e plenipotenziario di Papandreou senior, Akis Tzogatzopoulos, l'unico uomo rimasto vivo a custodire i segreti degli ultimi trent'anni tra Atene e Berlino.

Altre due figure che potevano dire qualcosa ai pm sono morti: l'ex ministro Leonidas Tzanis, trovato in casa impiccato nell’ottobre del 2012 e il mercante d’armi internazionale Vlassis Karambouloglu trovato morto a Jakarta in una stanza d’albergo.

Ma al di là delle inchieste, su cui farà certamente luce la magistratura ellenica, Berlino è di nuovo tornata ad avere delle interessanti interconnessioni con Atene, questa volta per il dossier privatizzazioni. La Fraport, società di Francoforte, ha privatizzato nel 2016 ben 14 aeroporti regionali greci delle isole più gettonate per meno di 2 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti altri scali. Infatti lo scorso 31 maggio, proprio alla vigilia della stagione estiva che sarà un record di presenze per la Grecia, AviAlliance (che detiene il 49% l’aeroporto di Amburgo e il 30% di quello di Dusseldorf) si è aggiudicata fino al 2046 il rinnovo della concessione dell’aeroporto di Atene per 600 milioni di euro.

E sempre la Siemens è uno dei quattro partecipanti alla gara per l'ammodernamento della metro ateniese, una torta da 1,45 miliardi di euro assieme a Gek Terna e Vinci. Gli altri competitors sono il consorzio ellinoitaliano Aktor-Ansaldobreda; J&P Avax con l'italiana Ghella; la francese Alstom, insieme al gruppo Mytilineos e alla spagnola Fcc.

Cosa manca a questo quadro? Il risarcimento per i danni di guerra che Berlino non ha mai concesso alla Grecia, come da richiesta avanzata dall'eurodeputato ed eroe nazionale greco Manolis Glenzos, famoso perché da solo nel 1943 sfidò i nazisti: si arrampicò sull'Acropoli e ammainò la bandiera del Reich, andando incontro a torture e anni di carcere. Di quanto parliamo? Dei 300mila cittadini greci morti di fame, come risulta da un rapporto della Croce Rossa Internazionale. Secondo l'economista francese Jacques Delpla, Berlino dovrebbe staccare alla Grecia un assegno da 575 miliardi.

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