E se una mini recessisone colpisse la più forte economia d'Europa? Dagli Usa spirano venti di dubbi e di isinuazioni verso Berlino, ma accanto alle parole e ai proclami ecco i dati a fer temere il peggio.
Si avvertono problemi di produzione per l'economia tedesca, e il fatto che all'orizzonte ci siano le elezioni europee e quelle regionali tedesche, non gioca a favore della Cancelliera uscente, già alle prese con la perdita di voti per la sua Cdu da poco guidata da Annegret Kramp-Karrembauer.
I funzionari tedeschi sono al lavoro per immaginare una linea difensiva che possa evitare rischi senza sprecare ulteriore slancio, ma il governo annuncia solo un breve rallentamento prima che la crescita riprenda il prossimo anno. In sostanza forse la GroKo prescrive già adesso una pillola amara, ma che a fine 2019 potrebbe essere molto più indigesta. Uno shock economico nel mezzo della transizione politica dal dominio di Merkel sarebbe un elemento ancora più destabilizzante, e non solo da un punto di vista politico.
Certo, in Germania si stanno facendo largo varie ipotesi in questi mesi circa il futuro della GroKo: se farla continuare ancora per poco, per poi chiuderla per diretta volontà della cancelliera; se testarla già all'indomani delle europee, come in molti vorrebbero visto e considerato che il socio di maggioranza della Cdu, i socialdemocratici della Spd, sono in caduta libera, con i Verdi che puntano a sostituirli. In quel caso però la coalizione sarebbe più a sinistra che al centrodestra, ragion per cui si teme che i populisti di Afd possano ingrassare le proprie fila.
Un quadro a cui va sommato il dato relativo al caso Deutsche Bank e Commerzbank, dopo la pronuncia del tribunale Ue contro la Commissione che accusò il governo Renzi di aiuti di stato. Qualcuno si spinge a dire che alla GroKo stia balendando l'idea di allentare le restrizioni costituzionali sulla spesa in deficit. Significa che temono recessione più grave e sopratttutto che hanno anche loro sbagliato qualcosa?
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