Verso le presidenziali Usa: che dirà Trump ai conservatori a congresso?


Mentre si celebra la Conservative political action conference 2019, Sanders "molla" Hillary


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
02/03/2019 alle ore 16:41

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E'solo un sondaggio, per giunta in un singolo Stato. Ma è abbastanza per iniziare a ragionare sulle presidenziali americane del 2020. 

L'ultima rilevazione effettuata in New Hampshire è stata netta: il 68% dei repubblicani intervistati ha ammesso di voler votare Donald Trump, mentre il 28% dei democratici il senatore Bernie Sanders, anche se indipendente.

Restando ai dem al secondo posto l'ex vicepresidente Joe Biden con il 22%, a seguire il senatore Kamala Harris della California ed Elizabeth Warren del Massachusetts, rispettivamente con il 10% e il 7%. Il 14% degli intervistati rimane indeciso.

Il New Hampshire non è uno Stato come gli altri, perché assieme all'Iowa è stato spesso determinante nelle elezioni passate, per cui il sondaggio non è proprio casuale. E quel 42% degli elettori che si dichiara indeciso o non intezionato a dare una risposta rappresenta un elemento di oggettivo dibattito verso il voto.

Nel campo repubblicano pare non esserci storia: detto del presidente uscente appoggiato dal 68%, ecco staccatisismo l'ex governatore John Kasich dell'Ohio e l'ex governatore Bill Weld del Massachusetts, con il 17% e il 3%. A ciò però va aggiunto che il 57% dei repubblicani intervistati non ha ancora sciolto le riserve e solo il 34% sì.

I numeri piombano nel bel mezzo della CPAC, la Conservative political action conference 2019 che si tiene presso il National Harbour vicino a Washington (a cui l'unica italiana presente è la presidente di Fdi, Giorgia Meloni). Una sorta di vetrina che nelle sue tre precedenti apparizioni Trump ha usato per spiegare i risultato ottenuti dalla sua amministrazione. Lo scorso anno però, uscendo dal perimetro del discorso ufficiale, si è spinto a parlare di insegnanti armati nelle scuole come risposta agli attacchi accaduti in un liceo di Parkland, in Florida.

Dall'altro lato della barricata Sanders molla Hillary Clinton, citando "differenze fondamentali" con il suo ex rivale che lo portano a non chiederle “alcun consiglio”. Certo, le riconosce di aver avuto un ruolo molto importante nella politica americana ma quanto a sponde o sussurri per la campagna elettorale il senatore indipendente sceglie la discontinuità. E punta su un modello sociale del tutto differente, non solo rispetto all'ex first lady ma ovviamente all'attuale inquilino della Casa Bianca.

Parlando al Brooklyn College ha raccontato di non aver avuto nel suo passato una mamma e un papà che gli hanno dato milioni di dollari per costruire grattacieli, casinò e country club, “ma avevo qualcosa di più prezioso: avevo il modello di un padre che aveva un incredibile coraggio nel viaggiare attraverso un oceano, senza soldi in tasca e senza sapere una parola di inglese".

Insomma, la giovinezza radical chic è l'arma comunicativa scelta da Sanders per la sua campagna, con l'obiettivo di issare la sua storia familiare in un contesto politico come preciso manifesto politico. Certo, poi dovrà spiegare dove troverà tecnicamente le coperture per il suo programma di sanità e università gratis per tutti.

Ma è lecito prevedere che lo dirà solo a urne chiuse.

 

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