L'arresto a Vancouver del direttore finanziario del colosso cinese Huawei Technologies, Meng Wanzhou (che ora rischia l'estradizione negli Usa) si somma alle indagini delle autorità a stelle e strisce sulla sicurezza dei telefonini?
Al momento sono due fatti oggettivi, uno successivo all'altro, che si sono verificati in un frangente fortemente critico nei rapporti tra i due paesi.
Mentre Pechino ha chiesto al Canada il rilascio di Wanzhou, appare evidente che il caso spruzza ulteriore adrenalina tra Pechino e Washington, già alle prese con i colloqui commerciali per tentare di risolvere la mossa dei dazi.
Huawei è uno dei massimi produttori cinesi di telefonini, i cui prodotti recentemente sono stati attenzionati da Washington per rischi legati alla sicurezza. Ragion per cui i telefonini Huawei sono stati banditi dalle agenzie governative. L'arresto ha dato un duro colpo alle Borse asiatiche, ma è chiaro che le accuse che toccano le presunte violazioni alle sanzioni iraniane da parte del colosso cinese, se confermate dal dipartimento di giustizia canadese e da quello americano, scriveranno un ulteriore capitolo della storia controversa tra Usa e Cina.
"Siamo convinti e fiduciosi che le autorità canadesi e statunitensi raggiungeranno senza dubbio una conclusione corretta e imparziale” si difende l'azienda, ma il picco delle Borse la dice lunga sulla difficoltà che la giornata ha manifestato (non solo per un singolo player).
Wanzhou è la figlia del fondatore della società, e in attesa della decisione su un eventuale rilascio su cauzione, ecco che spicca la provenienza della richiesta: ovvero gli Usa. Al di là del singolo caso su cui farà luce la magistratura, c'è l'elemento geopolitico a giocare un ruolo: la moltiplicazione delle super potenze ha innescato un meccanismo diverso e innovativo rispetto al dopoguerra e agli anni della guerra fredda.
L'iper globalizzazione e il trend imboccato da economie in super crescita, come appunto quella cinese ma senza dimenticare India e Giappone, pone le basi per un nuovo scenario sullo scacchiere mondiale, nella consapevolezza che si tratta quasi di un risiko 2.0 ma senza carri armati o fanti.
A scontrarsi sono colossi, pil, progetti e mercati da aggredire.