Macron, le briciole e quei gilet in cui (non) si specchia la politica


Brexit, Via della Seta, dazi, proteste: l'Europa sta affondando perché senza guida, senza spunti e senza anima


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
05/12/2018 alle ore 08:33

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Quale medicina occorre al malato? La pillola A. Allora la si prescrive e la si fa assumere. Ma se tra diagnosi, sintomi e cura non c'è continuità delle due l'una: o il medico è un asino, oppure il malato non vuole curarsi.

Il paragone sanitario può venire in soccorso per decrittare la questione aperta tra il presidente francese Emmanuel Macron e la protesta dei gilet gialli, con 300mila persone che due settimane fa hanno dato vita a centinaia di posti di blocco, sulle strade francesi, contro l'aumento dei carburanti. E si è giunti ad oggi, con le manifestazioni che hanno assunto una più spiccata violenza, come dimostrano i quattro morti e i mille feriti tra cittadini e poliziotti.

Una situazione che è evidentemente sfuggita di mano a tutti, ma che segna la plastica raffigurazione dello scollamento più che palese tra palazzo Matignon e gli arrondissement, con conseguente fine della luna di miele tra monsieur le President e buona parte dei suoi elettori.

Si ripete una consuetudine che si è verificata in moltissimi Paesi: si va al governo promettendo mari e monti, poi si dà uno sguardo ai conti pubblici e ci si accorge di non avere poi tutte queste strabilianti idee. Quindi per far quadrare il bilancio ecco che si aumentano le tasse in un macabro e deprimente deja vu (vero Tsipras, Podemos, May?).

Al netto delle violenze da condannare (quelle perpetrate dai manifestanti che non sono blac blok ma operai di provincia) c'è il dato sociale, prima che politico. Il palazzo e la piazza sono distanti sideralmente, allontanati da un fossato che si chiama inefficienza. Parigi è reduce dal governo socialista di François Hollande (con Pierre Moscovici ministro dell'economia) considerato da tutti il peggiore gabinetto di sempre della storia francese. Oggi i frutti si colgono anche nel non-partito di Macron, inaugurato 18 mesi fa con tutti i favori trasversali, ma che oggi accusa moltissimi limiti anche caratteriali.

Si apprende che l'Eliseo decide per una moratoria di sei mesi sull'aumento dei balzelli per il carburante, che i lavoratori in piazza considerano solo briciole. E hanno ragione: anziché aumentare semplicisticamente le tasse, la politica dovrebbe produrre idee per aumentare il pil, per migliorare il benessere di cittadini e imprese, per colmare divari e per portare benessere. Invece la post globalizzazione figlia del crac Goldman del 2008 ha lasciato solo macerie in un'Europa senza leader né idee. Ecco il quadro.

Quando si apprende che la Cina innesta la quarta e anima la Via della Seta, non si può urlare sconsideratamente contro l'invasione straniera se non si ha un'idea pari o migliore. Semplicemente l'Europa sta affondando perché senza guida, senza spunti e senza anima.

E ovviamente su Macron pende la spada di Damocle delle ombre passate perché, al netto dei difetti personali di ognuno e delle sfumature ideologiche, giganti come De Gaulle o Mitterand non hanno al momento eredi: solo tweet e slogan.

 

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