La versione di Garpez: il lavoro logora…chi ce l'ha


La Corte di Cassazione prende atto delle ricadute negative di condizioni eccessivamente onerose che, talvolta, ognuno di noi si trova ad affrontare sul posto di lavoro


di Garpez
Categoria: La versione di Garpez
10/11/2018 alle ore 09:06

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Oggigiorno, nel gergo usualmente utilizzato per descrivere una situazione o sensazione di disagio come conseguenza di un accadimento negativo particolarmente intenso, ricorriamo al sostantivo “stress" ovvero al suo aggettivo qualificativo “stressante", ogni volta che vogliamo descrivere quella situazione o sensazione.

Bene, al riguardo vi interesserà sapere che anche la Corte di Cassazione prende atto delle ricadute negative di condizioni eccessivamente onerose che, talvolta, ognuno di noi si trova ad affrontare sul posto di lavoro, giudicando risarcibile lo “stress da lavoro".

La decisione della Corte prende spunto dal ricorso presentato da una signora la quale domandava la condanna dell’Inail al pagamento della rendita per inabilità permanente, in relazione alla malattia professionale da lei contratta a causa dello stress lavorativo dovuto ad un numero elevato di ore di lavoro straordinario e consistente in un grave disturbo dell’adattamento con ansia e depressione.

Secondo gli Ermellini, che hanno sul punto riformato la sentenza della Corte di Appello la quale riteneva non risarcibile il danno lamentato dalla lavoratrice, nella categoria dei “rischi specifici impropri”, tutelati dal D.P.R. 1124/1965, oltre agli infortuni in itinere, al rischio ambientale, alle pause fisiologiche, agli atti di locomozione interna, alle attività sindacali, alle attività di prevenzione, al fumo passivo, rientra anche lo stressa da lavoro-correlato.

In sostanza, per spiegarvi meglio, la Cassazione (a mio modo di vedere, condivisibilmente) sostiene che ogni attività lavorativa reca in sé, durante il suo svolgimento, la potenziale produzione di rischi accomunati dal fatto di essere collegati ad eventi che sono comuni alla generalità degli esseri umani e non sono collegati in maniera specifica allo svolgimento dell’attività lavorativa in senso stretto.

In questa categoria rientra anche lo stress lavoro-correlato.

Pertanto, per fare un esempio, se ad un operaio che conduce un muletto può riconoscersi un rischio “proprio” individuato nella possibilità che da quel macchinario possa cadere a causa di un guasto, allo stesso operaio viene altresì riconosciuto un rischio “improprio" da stress lavorativo qualora, per ipotesi, sia costretto a svolgere turni di straordinario massacranti.

Ovviamente, ve lo dico subito, per sperare di essere risarciti, dovrete presentarvi davanti al Giudice con una perizia psicologica che certifichi il vostro stress.

Tenetelo a mente.

 

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