La versione di Garpez: ecco come riformare la giustizia


Modesta proposta per dare una sterzata a un sistema che non funziona a dovere


di Garpez
Categoria: La versione di Garpez
26/10/2018 alle ore 08:26

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Buongiorno a tutti. Lasciate che mi tolga un sassolino dalla scarpa, in qualità di cittadino come voi.

Molti di noi hanno avuto non solo il fastidio, ma soprattutto la sventura di essere chiamati in un aula di Tribunale in qualità di testimone.

Dicevo, oltre al fastidio derivante dall'essere coinvolti in fatti cui, molto spesso, abbiamo assistito solo in maniera accidentale, vi è la sventura di essere chiamati a deporre a volte presso uffici giudiziari distanti chilometri e chilometri da casa nostra.

Inoltre, quasi mai i processi che ci riguardano sono puntuali: orario fissato ore 10, orario della chiamata ore 14.

Nella migliore delle ipotesi e sempre che non ci siano (più che probabili) rinvii a causa del “carico di udienza” la giornata di ognuno di noi è praticamente persa.

Allora io propongo al Parlamento di competenza un'ipotesi di riforma per offrire un piccolo contributo di efficienza al moribondo “sistema-giustizia”.

Articolo 1: “tutte le udienze, civili, penali ed amministrative terminano inderogabilmente alle ore 15”. I testimoni devono rendere un ufficio dovuto, ma sono anzitutto cittadini comuni che non possono perdere giornate intere in Tribunale.

Gli avvocati alle 16 devono essere in studio perché guadagnano solo con i clienti, e non possono essere costretti a subire ritardi cronici a loro, spesso, non imputabili.

Ovviamente bisogna investire. Occorre aumentare personale di cancelleria ed aumentare l'organico della magistratura.

Non sono pensabili, in questo settore, riforme a costo zero perché il grado di civiltà di un Paese si misura anche dalla efficacia e tempestività della risposta alla domanda di giustizia che il popolo chiede. E nel cui nome viene amministrata.

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