La notizia non è tanto l'arresto di un ex ministro greco della difesa per una mazzetta da 2,8 milioni di franchi svizzeri per un appalto di fregate francesi. Quanto che è solo il secondo arresto del genere nella storia della Grecia sventrata dalla crisi, dalla troika e da un sistema che faceva (e fa) acqua da tutte le parti, come dimostrano lo scandalo Siemens, lo scandalo Novartis e i carri armati Leopard acquistati da Atene un attimo prima del quasi default (quando in cassa non c'era più un euro).
Tutti al tavolo (nel frattempo diventato capezzale) ellenico per rifoccillarsi?
Il signor Papantoniou, che gestiva il ricco banchetto della difesa nel gabinetto socialista Simitis, (il premier che secondo molti rapporti avrebbe alterato i conti greci pur di entrare nell'euro), è stato ammanettato con la sua consorte: i pm sostengono che dalla Francia la stecca sarebbe arrivata, tramite un vorticoso giro bancario, su un conto svizzero e quindi in Grecia nella disponibilità dei due.
Sugli aspetti squisitamente giudiziari farà luce la magistratura ellenica (e solo quella), ma su quelli politici, geopoliici e sociali qualcosa si può dire. Intanto che Papantoniou è il secondo arresto del genere: nel 2012 vennetoccò potente ex ministro della difesa socialista Akis Tsogatsopoulos, storico braccio destro di Andreas Papandreou, padre-padrone della Grecia per trent'anni, con la stessa accusa. Ma lo scorso anno è stato rilasciato dopo 5 anni di carcere anziché 20 per motivi di salute e dopo non aver detto una sola parola agli inquirenti. Ora è tornato nella sua lussuosissima villa nel quartiere bene di Atene.
Era coinvolto anche nella lista Lagarde, la cosiddetta Lista Falciani con i nomi di chi aveva trafugato in Svizzera un notevole quantitativo di denaro e che l'attuale numero uno del Fmi, Christine Lagarde, aveva fatto presente al ministro greco dell'economia del tempo il quale aveva fatto finto di non aver sentito, con il mistero di una chiavetta Usb sparita e mai protocollata.
Due dei tre sodali di Tzogatzopulos sono morti: un ex ministro trovato impiccato a Volos e un intermediario trovato morto a Giacarta. Per cui la cosa è abbastanza grossa e non è una storiella di mazzette e basta.
Il regalo da 2,8 milioni, secondo i pm greci, era un regalo francese per un contratto di ammodernamento delle fregate militari greche risalente al 2003 del valore di 400 milioni. Nelle 650 pagine di accuse il pm ritiene che quel contratto, al di là della tangente, abbia rappresentato un danno economico preciso allo Stato greco.
Vallo a spiegare, oggi, se le accuse dovessero essere confermate, a chi ha subìto in sei anni di crisi sette tagli a stipendi, pensioni e idennità. Mentre chi ha pasticciato i conti se la spassa altrove.
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