Comizi, selfie e scivoloni


Un week end tutto fuori porta per i politici abruzzesi che si sono divisi tra la Leopolda di Renzi a Firenze e il palco del Circo Massimo a Roma


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
23/10/2018 alle ore 07:35

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Un week end tutto fuori porta per i politici abruzzesi che si sono divisi tra la Leopolda di Matteo Renzi a Firenze (i democratici) e il palco del Circo Massimo a Roma (Grillini & c). 

E mentre Stefania Pezzopane, come scrive Maria Cattini, per una domenica ha rinunciato al salotto della D’Urso per andare alla kermesse che è servita a gettare le basi per il nuovo movimento di Matteo Renzi (convinto che davvero basti riempire una sala anche molto grande per immaginarsi in ripresa), Sara Marcozzi ha declamato dal palco della festa dei 5 stelle, come una brava scolaretta, la sua idea di Abruzzo forte e gentile.

Insomma, i parlamentari Pd Camillo D’Alessandro e Luciano D’Alfonso, anche loro a Firenze, sognano la rimonta, con il primo che si fa i selfie a tutto spiano (mestiere per il quale sembra molto versato) e Dalfy, in mancanza d’altro, tiene lezioncine a un pugno di giovani (vittime) riunite intorno al tavolo. Mentre a Roma, Saretta Marcozzi fa il suo esordio come candidato governatore del Movimento 5 stelle, si fa i selfie con Grillo e l’ormai famosa manina (tentando con l’ironia di cancellare una pagina ridicola di questo governo) e il suo compagno Giorgio Sorial, entrambi felici per l’avventura che stanno vivendo.

Poi durante l’auto-presentazione, e nonostante il discorso sia stato provato e riprovato più e più volte, scivola sull’”azzurro delle montagne” confondendosi col mare (e meno male che non erano le montagne verdi e le corse di una bambina), ma si sa, l’emozione può giocare brutti scherzi e il popolo 5 stelle non ci fa caso: con tutti i miracoli che fa, magari anche le montagne ce le faranno ritrovare tinte di azzurro.

Ma che volete che sia una montagna azzurra rispetto alle parole di Beppe Grillo, pronunciate sempre al Circo Massimo, che hanno fatto saltare sulla sedia le associazioni delle famiglie con figli malati di autismo, compresa l’associazione abruzzese che porta avanti da anni con impegno Dario Verzulli? Niente, davvero. E Grillo tra l’altro parlava a braccio, non con un copione imparato a memoria, ma le sue sono state parole ben pesate, riflettute e ripetute.

“Chi siamo? Siamo pieni di autistici – ha urlato il leader del movimento – l’autismo è la malattia del secolo. L’autismo non lo riconosci, per esempio è la sindrome di Asperger, c’è pieno di questi filosofi in televisione che hanno la sindrome di Asperger. Che è quella sindrome di quelli che parlano in quel modo e non capiscono che l’altro non sta capendo. E vanno avanti e fanno magari esempi che non c’entrano un cazzo con quello che sta dicendo”,

aggiunge strappando risate ai militanti.

“Hanno quel tono sempre uguale. C’è pieno di psicopatici”.

Parole che sono coltellate per le associazioni.

“Complimenti per la tua generalizzazione, per la tua ironia sfrontata su un tema così delicato e complimenti alla tua platea per le risate su questa tua ironia fuori luogo. Vedi, la tua ignorante descrizione denota, immediatamente, che la voglia di focalizzarsi sulle potenzialità di queste persone speciali è pari a zero”,

scrive Mario Pingerna sul blog “la penna è donna”, mentre Gianluca Nicoletti (giornalista e conduttore radio) sul sito pernoiautistici.com sceglie la forma della lettera aperta:

“Non è bello prendere in giro noi autistici, darci degli psicopatici e usarci come oggetto di scherno. Proprio tu…Dovresti sapere che chi ha un figlio autistico già deve ogni istante combattere perché il figlio non sia discriminato, non debba subire lo scherno di chi non capisce che proprio quel suo “non capire” non è dovuto a cattiveria ma a un suo modo d’essere, al suo “cervello diverso”.

ps: Insomma, una scivolata di quelle molto gravi. Non casuale perché indugiata, ripetuta, enfatizzata dalle risate dei militanti. E neppure una parola di scuse.

 

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