È solo la legge Fornero il motivo della contesa con la Commissione Ue


Che alla faccia della volontà popolare cerca di costringere Di Maio e Salvini alla resa. Inutilmente



È la legge Fornero il problema. Il resto, manine e manone e litigi compresi, sono quisquilie: screzi tra giovani neofiti del Palazzo. La legge che porta il nome della professoressa torinese, arruolata da Mario Monti a sua volta ordinato senatore a vita e premier da Giorgio Napolitano (giusto per la precisione!), è l'oggetto vero ed unico della accesa contesa tra Commissione Ue e governo gialloverde. 

A Bruxelles non vogliono che la si tocchi quella riforma. Non gli interessa un fico secco ai vari Junker e Moscovici e ai loro padrini politici del voto degli italiani. Non gliene frega nulla. Non gl'importa che i due movimenti, presentatisi al giudizio degli elettori con un programma in cui era prevista la cancellazione di quella riforma delle pensioni, una volta ottenuti i voti e formato il governo, mantengano quanto promesso.

Possono far tutto a Roma, tranne toccare la Fornero. Un diktat o se preferite, un colpo di coda di un establishment al tramonto con una visione manichea della realtà che sottintende ad una singolarissima idea della democrazia: va tutto bene se si fa come diciamo, altrimenti, voto o non voto, si commissaria!

Con regolare "chissenefrega!" alla sovranità popolare.

Per impaurire questi riottosi c'è da agitare lo spread, da evocare il default, da smuovere i tassi e i mercati e minacciare il rating. Tutto pur di bloccare chi sta "infettando" col virus populista l'intero Continente. Ci proveranno fino all'ultimo.

Basta avere un po' di memoria, del resto. E rammentare come defenestrarono Berlusconi: a forza di spread e di sorrisi ammiccanti del duo Merkel/Sarkozy.

Fu così che l'Unione ci impose (con tanto di lettera ultimatum) la drastica riforma pensionistica. E fu così che diventammo il paese dell'Ue dove si va in pensione più tardi: con quella triste faccina della Fornero entrata nelle nostre case a reti unificate.

A lei e a Monti, fedeli sodali dell'Ue, si deve il capolavoro di cattiveria verso centinaia di migliaia di lavoratori. Persone, non cose. Esseri umani dall'oggi al domani privati di diritti acquisiti e lasciati non solo senza pensione, ma pure senza lavoro. Al costo di una lacrimuccia. E con un provvedimento votato da tutti quelli che allora c'erano, tranne la Lega.

Ecco, magari ancora non l'ha capito la professoressa Fornero che ancora blatera stizzita contro il "neo fascista" Salvini e contro la "doppiezza" di Di Maio. È anche per quella legge che porta il suo nome, per simili porcherie e angherie, che sono venuti fuori i Beppe Grillo e i Cinquestelle. Così come, anche per questa pluriennale battaglia, Salvini è riuscito a dare nuovo vigore alla proposta leghista. Entrambi hanno solo detto la verità.

Le persone, le famiglie non si possono ridurre alla fame in nome della Commissione Ue o dei Mercati. E nessuno può, senza conseguenze, violarne i diritti.

 

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