Adieu al più grande chansonnier della Francia


Charles Aznavour, di origini armene: un legame fortissimo che ha influenzato tantissimo la sua vita


di Lilli Mandara
Categoria: ABRUZZO
01/10/2018 alle ore 21:02

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Il più grande chansonnier della Francia è morto nella notte tra domenica e lunedì a 94 anni nella sua casa delle Alpilles: qui si era ritirato dopo gli ultimi due spettacoli in Giappone.

Charles Aznavour era di origini armene, un legame fortissimo che ha influenzato tantissimo la sua vita: nasce nel 1924 da due emigranti che si trovavano a Parigi in attesa di ottenere il visto per partire per gli Stati Uniti, sfuggiti ai massacri e alle deportazioni del genocidio armeno perpetrato dai turchi tra il 1915 e il 1916. 

Il papà Micha si salvò da una delle più grandi stragi inflitte al popolo armeno grazie a una nave italiana, e proprio in omaggio al comandante di quella nave, la sorella maggiore di Aznavour fu chiamata Aida.

I genitori dell’artista alla fine però non partirono mai per gli Stati Uniti e rimasero a Parigi per sempre.

Il suo vero nome era Chahnourh Varinga Aznavourian, impossibile da usare come nome d’arte.

Aznavour ha cantato in sei lingue, compreso l’italiano e il napoletano, e ha scritto tantissime delle mille canzoni che hanno incantato mezzo mondo: “La bohème”, “Je m’voyais dejà”, “La mamma”, “Comme ils disent”, tra le più famose.

Da bambino gli viene diagnosticata una paralisi alle corde vocali e si rivelerà proprio questa, paradossalmente, la fortuna della sua voce, che acquistò quel timbro roco, caldo che ha incantato le platee dei maggiori teatri del mondo. La fama però Charles Aznavour la conosce molto tardi, perché all’inizio viene messo al bando proprio per le sue origini armene dalla radio francese, a partire dalla fine degli anni Quaranta fino alla fine degli anni Cinquanta. Lo stesso accade in America, dove il suo stile non riesce a convincere il grande pubblico. La fama la raggiungerà con “Sur ma vie” nel 1954, canzone che lo trascinaerà direttamente all’Olympia.

Decisivo per lui è l’incontro con Edith Piaf, nel 1946. E’ lei a portarlo a suonare con la sua orchestra in giro per il mondo, per lei Aznavour scrive tante fortunatissime canzoni.

Un artista coraggioso, indubbiamente: negli anni Settanta lancia “Mourir d’aimer”, ispirata al suicidio di un’insegnante che aveva avuto una storia d’amore con un giovane allievo, e “Comme ils disent”, dove si mette nei panni di un omosessuale.

Aznavour diventa famoso anche per il cinema che l’ha visto protagonista nel film di Jean Cocteau “Il testamento di Orfeo” e nel film “Tirate sul pianista” di Francois Truffaut. In Italia raggiunge il successo con “Que c’est triste Venise” e con “Ed io tra di voi”.

Il suo stile è stato paragonato a quello di Maurice Chevalier e di Frank Sinatra. Nella sua vita ha venduto 300 milioni di dischi incisi in 7 lingue e recitato in 80 film.

La scorsa estate Aznavour ha dovuto annullare alcuni concerti, compresa l’unica data italiana del 2018 in seguito a una caduta. Lasciando dovunque un grande rimpianto.

 

 

 

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