Sfondata "la soglia Tria": i commenti abruzzesi sulla manovra in deficit


Tiberio e De Paulis: "Non è la strada giusta per la ripresa". Bellachioma: "Dalle parole ai fatti"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
28/09/2018 alle ore 15:45

Tag correlati: #abruzzo#dimaio#impaginatoquotidiano#salvini

Sfondata “la soglia Tria” per la manovra decisa dal governo Lega-M5s: ok a reddito di cittadinanza, pensioni e condono. Il deficit sarà al 2,4% per tre anni. "Manovra del popolo, non temiamo spread e mercati" è il commento del governo. Il ministro delle finanze Giovanni Tria ha detto ieri di aver giurato “nell’interesse della Nazione, non di altri”.

E ieri sera avrebbe anche presentato le dimissioni al Colle, poi respinte. 
Ecco il commento di tre abruzzsi.

Parla di “rivoluzione del buonsenso” il deputato leghista e segretario regionale Giuseppe Bellachioma che in un post su fb osserva: “Tasse abbassate al 15% per più di un milione di lavoratori italiani, diritto alla pensione per almeno 400.000 persone e altrettanti posti di lavoro a disposizione dei nostri giovani superando la legge Fornero, chiusura delle cartelle di Equitalia, investimenti per scuole, famiglie, strade e Comuni, più soldi per i disabili, migliaia di assunzioni per le Forze dell’Ordine. Sono felice! Grazie del sostegno, dalle parole ai fatti”.

 

Sforare il 2,4% del deficit conviene all'Italia?

Marisa Tiberio (presidente Confcommercio Chieti): “Arrivare al 2,4 significa avere spazio per circa 6/10 mld da utilizzare per mettere in atto alcune proposte del contratto di governo. Ma superare il fatidico 2% ci costerebbe maggiori interessi dovuti alla mancanza della fiducia da parte dei mercati finanziari, ossia circa 6/10 mld. Quindi, in termini di bilancio, sarebbe inutile e dannoso. Ha solo un ritorno in termini politici”.

Giammaria De Paulis (Presidente regionale Confindustria Giovani): “Confindustria ovviamente non è a favore di tale scelta. Volendo però vedere il bicchiere mezzo pieno, potrebbe servire se l’aumento del deficit fosse per sostenere i finanziamenti infrastrutturali del territorio italiano. Certo è che il ministro Tria viene da un ambito accademico e spero ci sia dietro una progettualità ben chiara con fini scientifici che possano portare un valore aggiunto al rilancio del nostro Paese. D’altro canto noi come Confindustria le nostre idee ce le siamo dette e le abbiamo anche comunicate al Governo negli ultimi mesi. Battiamo molto sul discorso del mercato del lavoro, sollecitiamo le assunzioni, il rafforzamento della struttura finanziaria delle imprese, velocizzare i pagamenti delle Pa”.

 

Si rischia il default o è la strada giusta per la ripresa?

Tiberio: “Non si rischia il default e allo stesso tempo non è la strada giusta per la ripresa. È vero che i mercati finanziari vengono dopo l’interesse delle classi deboli del Paese, ma è anche vero che se gli investitori esteri (circa la metà di coloro che comprano i titoli di stato) dovessero non comprare più tali titoli per mancanza di fiducia, per invogliarli occorrerebbe pagare loro maggiori interessi. E tali interessi verrebbero pagati in termini di minori servizi per le classi deboli, quindi pagherebbero proprio coloro che oggi avrebbero interesse a non tener conto degli interessi dei mercati finanziari”.

De Paulis: “Il default è in funzione anche di quello che percepiscono i mercati. Cosa percepiranno i mercati domani o 5 minuti dopo l’aumento del deficit? E aggiungo…in funzione di quale progettualità ci sarebbe tale aumento del deficit? Il discorso è che si rischia il default se non si ha chiaro qual è l’obiettivo e soprattutto se non si incominciano a fermare queste forti oscillazioni che si possono avere in termini di spread. Dobbiamo adattarci in qualche modo a questo aumento che non condividiamo sperando che la linea di base sia quella di un rilancio di finanziamenti e investimenti per le infrastrutture del territorio”.

 

twitter@ImpaginatoTw