Dopo l'abruzzese Giovanni Legnini la vicepresidenza del Csm va a un fiorentino e resta al Pd: passa infatti alla terza votazione David Ermini.
Avvocato penalista, ex responsabile Giustizia del Pd, è un renziano doc. Grazie a 13 voti ha staccato di due lunghezze il laico Benedetti, esponente dell'area grillina provocando anche una precisa spaccatura tra i togati. Lo scorso 19 luglio era stato eletto dal Parlamento in seduta comune membro laico del Csm, per questo si è dimesso dalla carica di deputato pochi giorni fa per incompatibilità.
Subentra a Giovanni Legnini, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri del Governo Letta (aprile 2013-febbraio 2014), con delega all'Editoria e all'Attuazione del programma di Governo, già sottosegretario del Ministero dell'Economia e delle Finanze nel Governo Renzi (febbraio 2014-settembre 2014).
I togati dunque si sono spaccati. Da un lato le correnti di destra si sono schierate per il dem, mentre Piercamillo Davigo assieme alla corrente Area ha puntato sul laico eletto dal M5s. L'ex pm di Mani Pulite non le manda a dire: "Hanno spaccato il Consiglio".
Al di là dei curricula e delle singole personalità che vanno sempre rispettate (al netto della vivace e produttiva dialettica tematica) resta il dato di un altro accordo politico, dopo evidentemente la partita sulla Rai e quella per le prossime regionali.
Ma con la piccola differenza che la casella del Csm in un paese responsabile e trasparente dovrebbe essere preservata, il più possibile, da alchimie politiche di tutti i generi. E rimanere pura e inattaccabile.
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