Rai, Foa presidente: chi vince e chi perde secondo Landolfi


L'ex ministro delle Telecomunicazioni: "Un successo di Salvini, ma un giorno o l'altro a Di Maio sarà rinfacciato dai suoi..."


di Leone Protomastro
Categoria: ABRUZZO
27/09/2018 alle ore 12:30

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Un “capolavoro di Matteo Salvini” la votazione di Marcello Foa alla Presidenza della Rai, commenta l'ex ministro delle Telecomunicazioni Mario Landolfi (2005 nel governo Berlusconi III) e già presidente della Commissione di vigilanza Rai (oltre che deputato dal 1994 al 2013 nelle fila di An). 

Il perché è presto detto: da un lato la convergenza dell'intero centrodestra e del M5s, dall'altro il rischio che Luigi Di Maio, in prospettiva, può correre. E su Foa: “Mi accontenterei se potesse fare una rivoluzione conservatrice all'interno della Rai”.

Foa nuovo Presidente della Rai. Scelta giusta?

Titoli e competenze credo ne abbia a sufficienza per ricoprire quel ruolo, provenendo da una esperienza sia giornalistica che manageriale all'interno del mondo editoriale. Per cui la scelta non autorizza a dubitare delle capacità che certamente ha. Non dimentichiamo che la Rai è qualcosa di molto complesso e particolarmente impegnativo. Il prescelto ha tutti i requisiti per fare bene.

Come sarà la nuova Rai di Foa?

Non si è sottratto al rito degli annunci, che da sempre caratterizza chi viene investito della funzione di Presidente. Per cui “garante del pluralismo”, “aria nuova”: poi però bisognerà fare conti con la realtà. Mi accontenterei se potesse fare una rivoluzione conservatrice all'interno della Rai.

In che senso?

Recuperare un ruolo che la Rai purtroppo ha smarrito quasi del tutto: produttrice di cultura e contenuti. Oggi la Rai è un'azienda che acquista format, che ha rinunciato a produrre, a scoprire nuovi linguaggi, nuovi talenti e nuove sperimentazioni in un mondo che cambia sotto mille profili, compresa l'offerta tecnologica. Per cui non solo c'è da recuperare quel gap, ma riscoprire quello che la Rai è stata negli anni d'oro, quando si premiava l'autoritorialità.

Penso a Indietro Tutta di Renzo Arbore che è stato uno degli ultimi esempi di una tv divertente ma capace, al contempo, di fare formazione e informazione. Oggi è rimasta solo l'isola felice di Piero Angela a fare da testimone, con una tv bella che forma, informa, attrae e incuriosisce. E'un'eccezione, mentre invece dovrebbe essere la regola.

In che modo?

Tagliando gli spazi dai programmi contenitore, che sono melasse inguardabili, per destinarli alla sperimentazione pura. Mi piacerebbe se Foa desse un indirizzo simile, perché penso che questa sia la vera sfida da vincere.

Quale il maggior dato dato politico?

La Rai, in quanto azienda politica, da sempre è stato bottino di guerra, per cui il ricorso annunciato dal Pd è in sostanza la continuazione della battaglia politica con altri mezzi.

Chi vince e chi perde con Foa Presidente?

Alla luce della vulgata che vuole la Rai anticipatrice di nuovi equilibri politici, ecco che registro a sostegno di Foa una maggioranza composta da centrodestra più M5s che, se da un punto di vista politico è un successo di Matteo Salvini, dall'altro versante è una cosa che a Di Maio prima o poi sarà rinfacciata.

C'è un presidente voluto fortissimamente dal leader leghista, votato dal centrodestra elettorale seppur a seguito di tormenti e qualche mal di pancia, e che nonostante questo va bene ai grillini. Se pensiamo alle polemiche pentestellate della vigilia con i toni truanti della passata legislatura, posso dire che mentre Salvini rende plasticamente evidente la propria centralità nell'attule sistema politico, ottenendo anche il voto del centrodestra, è Di Maio che subisce tale alleanza e alla fine condivide con Silvio Berlusconi la presidenza della Rai.

 

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