“Sino ad oggi la discussione sulla Regione è stata incentrata prima sulla data e ora sui nomi: a chi tocca, quale sarà il partito, il candidato. Il 10 febbraio avremo un nuovo presidente della Regione ma la vera sfida sarà quella che verrà l’11 febbraio, perché chi vincerà le elezioni erediterà una Regione a pezzi, devastata”.
Così Fabrizio Di Stefano all’incontro in cui ha presentato il suo progetto in vista delle prossime regionali. Di Stefano aggiunge che l’imminente chiusura del Teatro Marrucino a Chieti sia la prova di tale disfacimento.
“Da circa un anno e mezzo abbiamo iniziato un percorso con una serie di esperti abruzzesi o comunque legati all’Abruzzo, che hanno tracciato un percorso ETE”. Tale percorso vuol essere proposto agli abruzzesi, ossia al mondo produttivo, sociale, economico ecc.
L’obiettivo è confrontarsi, raccogliere correzioni, condivisioni. La proposta verte innanzitutto su una forma radicale-strutturale del sistema sanitario abruzzese, aumentando le prestazioni e riducendo i costi. L’offerta sanitaria verrebbe spalmata sull’Abruzzo e soprattutto nelle zone interne.
Altra problematica da affrontare sarà la viabilità interna abruzzese. “Non è possibile - continua Di Stefano - pensare che l’Abruzzo oggi non sia raggiungibile soprattutto nelle zone più difficili. Bisogna recuperare l’identità della nostra Regione, bisogna tener conto del fatto che la nostra Regione ha contestualmente mare, montagna, bellezze artistiche e religiose racchiuse in un meraviglioso numero, 305, che sta a rappresentare le identità abruzzesi. Su questo bisogna puntare: economia del territorio, tramite valorizzazione dei nostri prodotti. I nomi vengono dopo, le idee sono sempre venute prima”.
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