Abruzzo, Mediterraneo e politica: cosa c'è dopo il liberismo


Sospiri: "Il liberismo ha trionfato, ma adesso è in difficoltà. Dove siamo diretti?"



Categoria: ABRUZZO
24/09/2018 alle ore 07:48

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Pubblichiamo l'intervento del consigliere regionale di Fi, Lorenzo Sospiri, al barc camp di Impaginato su Abruzzo, Mediterraneo e globalizzazione.

 

di Lorenzo Sospiri

Un Abruzzo che guarda al Mediterraneo e al Continente e si interroga su globalizzazioni e popoli. Per individuare la risposta giusta della politica alle nuove sfide della post modernità. Con all’orizzonte la sfida per le regionali.

Quali sono le sfide della post modernità? Esistono tante risposte quante sono i livelli dai quali guardiamo ai problemi.

Per esempio partendo dal livello più alto, potremmo immaginare che i problemi più urgenti siano il riscaldamento globale o la crisi della democrazia liberale, ma nel mondo siamo 7 miliardi di individui con 7 miliardi di necessità (se penso ad una mamma sola in una zona degradata dell’India e poi ad un uomo in fin di vita in un ospedale affollato di una capitale nordica è evidente che lottino per obiettivi differenti). Quindi posso ancora dire che quelle urgenze – riscaldamento globale e crisi della democrazia liberale – siano così fondamentali per queste persone?

Pertanto in una sede come questa desidero affrontare questioni che siano di portata globale e naturalmente territoriale rispetto al nostro Abruzzo.

Cosa sta accadendo oggi nel mondo e qual è il senso di quello che succede?

Cosa significa l’ascesa di Trump? cosa possiamo fare contro l’imperversare di fake news? Sta per scoppiare una nuova guerra mondiale, quali civiltà domineranno il nostro pianeta? Ed anche, l’Europa deve aprire le porte agli immigrati? Il nazionalismo può risolvere i problemi che nascono dalla disuguaglianza e dai cambiamenti climatici? Come difenderci dal terrorismo?

E pensando al terrorismo, come non si può tornare al livello dei singoli? Come reagisce il singolo a questa minaccia?

 

GLOBALIZZAZIONE

Il mondo globale esercita una pressione sui nostri comportamenti e sull’etica individuale.

Gesti individuali possono incendiare inaspettatamente il mondo intero (Mohamed Bouazizi si immolò in Tunisia e innescò la Primavera Araba).

Ma come trovare un solido riferimento etico in un mondo che va oltre i miei orizzonti, che funziona senza il minimo controllo da parte dell’uomo e che guarda con sospetto tutte le ideologie?

Il liberismo ha trionfato sul fascismo e sul comunismo, ma adesso anche questo è in difficoltà. Dove siamo diretti?

Negli anni ’90 e 2000 il mantra che ci hanno ripetuto è che se non eri dalla parte del mondo globalizzato, eri dalla parte sbagliata.

Dopo la crisi del 2008 (di attualità i 10 anni dal fallimento della Lehman http://www.smartweek.it/lehman-brothers-2008-2018-cosi-va-il-mondo-finanziario/) la narrazione liberale ha deluso ampie fasce della popolazione mondiale.

Il 2016 è stato l’anno della Brexit e di Trump. La convinzione che la liberalizzazione e la globalizzazione rechino privilegi solo ad una elite a spese delle masse è ormai un argomento affermato.

Quindi cosa c’è dopo il liberismo? Da questo nasce lo smarrimento che stiamo vivendo, e lo smarrimento fa pensare in termini apocalittici: molti liberali credono infatti che la Brexit e Trump siano il preannuncio della fine della civiltà umana.

Ma cosa minaccia lo stato sociale e le istituzioni come l’Europa?

 

LA SFIDA TECNOLOGICA

Al disorientamento però corrisponde una velocità con cui le tecnologie stanno stravolgendo il mondo: il sistema politico liberale si è modellato durante l’era industriale fatto di motori a vapore, raffinerie di petrolio e studi televisivi. Ecco perché si trova in difficoltà a mettersi in relazione con le rivoluzioni in corso (Intelligenza artificiale, blockchain…)

Già adesso è difficile comprendere la finanza, a breve solo le macchine saranno in grado di gestire le dinamiche legate a questi aspetti… quindi che succederà? Quali saranno le ripercussioni politiche?

Le rivoluzioni tecnologiche sono portate avanti da ingegneri e scienziati inconsapevoli delle implicazioni politiche delle loro decisioni: ecco che la politica deve muoversi con la stessa velocità.

Chi ha votato Trump e la Brexit non ha respinto il pacchetto liberale, ha solo perso fiducia nella globalizzazione, e continua a credere nel libero mercato, nei diritti umani, anche se queste idee adesso rientrano nei confini nazionali.

“Make America Great Again” è questo: isolazionismo Americano per una promessa di America più grande.

La domanda è quindi: questo splendido isolamento è ancora praticabile nell’epoca di Internet e del riscaldamento globale?

La risposta consiste nel creare una narrazione aggiornata, non nuova, ma al passo dei tempi: potrebbe delinearsi un bisogno di ricerca spirituale e la formulazione di nuovi modelli sociali e politici. Il liberismo deve reinventare se stesso.

Sarà il nazionalismo la risposta? O una nuova forma di superamento delle nazioni stesse? Ci troviamo nel mezzo: tra l’abbandono delle vecchie narrazioni senza sapere cosa stiamo andando ad abbracciare.

Non siamo di fronte all’Apocalisse, siamo solo di fronte ad una qualcosa che non capiamo. Da qui la necessità di contribuire a costruire un nuovo modello. E qualsiasi nuovo modello, che sia il liberismo, il nazionalismo, l’Islam dovrà dare un senso all’intelligenza artiiciale, ai Big Data e all’applicazione delle biotecnologie.

 

MERCATO DEL LAVORO

La rivoluzione tecnologica presto metterà fuori dal mercato del lavoro milioni di persone – per collegare gli argomenti.

I working poor sono gli operai che lavorano un mese qui e un altro lì, sono le commesse, sono i lavortori nei call center, sono i cassieri, gli impiegati generici, i lavoratori agricoli, ma anche quelli dello spettacolo e del turismo.

In Italia si trova in uno stato di povertà assoluta il 12% dei minori, quasi 1.300.000 bambini e ragazzi.

La maggioranza di questi poveri vivono in famiglie con un solo occupato, e lo stesso problema si verifica anche nelle famiglie dove lavorano in due: quindi nell’Italia del 2018 neppure lavorare in due garantisce un tenore di vita familiare decente.

Chi aiuta i poveri? Le associazioni laiche e cattoliche per esempio. E la politica che fa?

Servono non solo cibo e cure mediche, ma anche stimoli intellettuali altrimenti chi vive già nel disagio resterà indietro anche a scuola.

Ecco una sfida per la politica nazionale e regionale.

Favorire collaborazioni tra pubblico, privato e terzo settore può essere una delle risposte che a livello territoriale può contrastare gli effetti del disagio della povertà.

Ha ragione Boeri quando dice che abbiamo bisogno di aumentare l’immigrazione regolare perché sono tanti i lavori che non vogliamo fare?

 

SOSTENIBILITA’

L’economia della crescita infinita deve tornare con i piedi per terra ed accettare una transizione verso la sostenibilità.

Una volta capiti e interiorizzati i problemi servono le soluzioni e le specializzazioni.

L’intelligenza artificiale da una parte e poi il lavoro umano che penserà a cosa e come devono essere eseguiti lavori e servizi.

Abbiamo già bisogno di più ingegneri ambientali, edili e architetti che ci permetteranno di costruire nuove case e riqualificare quelle esistenti, urbanisti che progettino città smart, ingegneri meccanici che lavoreranno per una mobilità collettiva ed individuale a basse emissioni. Ecc… ma anche le scienze umane sono indispensabili per comunicare e divulgare, ecc..

E poi giuristi per concepire sistemi legislativi che difendano i beni comuni e creino norme internazionali a difesa del futuro.

Il lavoro e la scuola devono trasformarsi, specializzarsi e, come la politica, seguire le innovazioni.

 

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