Una coloratissima scaletta di epiteti messi nero su bianco per dar voce alle volgarità e poi sfugge al controllo di un giovane consigliere un'espressione da strada. Questo in breve è il sunto della verifica della maggioranza andata ieri in un consiglio tra i più beceri della storia di Sulmona e dell'amministrazione Casini.
Dai banchi dell'opposizione, Bruno Di Masci si rivolge al consigliere di maggioranza Fabio Pingue: "La sindaca dice che voi non l'avete protetta.. e ve lo dico io che non c'è due senza tre”. Così l'ex sindaco di Sulmona profetizza per Annamaria Casini.
“Ha parlato con tutti tranne che con la sua maggioranza - fa notare Di Masci - la politica di queste persone è quella della transenna, non hanno fatto nemmeno un lavoro, di fatto Sulmona è tutta un buco con laricostruzione post terremoto al palo e problemi persino per l'ordinaria amministrazione. Noi dobbiamo immediatamente riconvocare un consiglio comunale per ristabilire le distanze e dire a questa città come stanno sgovernando".
Drammaturgica la consigliera Salvati che pronuncia in aula parole irripetibili che le sarebbero state rivolte, ma non sembrano esserci denunce. Salvati ripete che la sua unica colpa sarebbe quella di essere donna, viene invitata dal presidente del consiglio comunale Κatia Di Marzio a non pronunciare certe parole, a correggere il tiro e a non uscire dal tema.
Degli epiteti che le sarebbero stati riservati la consigliera fa corollario per il suo intervento e in un memorabile coup de theatre prima di essere accompagnata fuori dall'aula, su richiesta della presidente, mostra ad alcuni esponenti della stampa il suo tablet in cui, su sfondo bianco, sarebbero annotate delle parolacce.
Educazione chiama educazione e quando è la volta di Fabio Pingue, a cui viene attribuita l'ultima crisi del sindaco, l'eloquio a tratti si lascia ascoltare poi d'improvviso scade: "A me non me ne frega un c..o.." e il presidente richiama all'ordine anche lui che è della stessa lista civica.
Per Mauro Tirabassi, consigliere da tempo all'opposizione, confrontando le delibere tra le amministrazioni Casini, Ranalli e Federico, si passa dalle attuali 601 alle 747 del 2014 per arrivare alle 801 delibere approvate nel 2013 dell'amministrazione Federico che qualcuno, nonostante tutto, rimpiange.
"Se ritenete che questa esperienza sia finita, firmate il documento in cui ci sono i vostri nomi" quello delle dimissioni contestuali dei consiglieri, è l'invito di Tirabassi a Ramunno e Pingue.
Criptico il consigliere di maggioranza Luigi Santilli: "Assisto anche oggi alla minoranza della minoranza quale minoranza di se stessa".
Nell'ebrezza del non senso si consumano le ultime battute prima della scena madre con un battibecco tra Santilli e Bianchi che discute con tutti ed è soddisfatta solo di nessuno, lei lo ha evocato, ma a detta di Santilli poi non si presenta alle votazioni di bilancio, quelle importanti. Casini rassicura che non ci sarà il tre: "Non accetto condizioni a tempo tra l'altro a mezzo stampa" e così Pingue si alza, esce dall'aula, la minoranza si sganascia dalle risate, ma appena dopo il giovane rientra.
Rotto un tabù, se ne rompa un altro, sino alle regionali lo spettacolo deve continuare.
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