"Dopo una lunga fase di riflessione e approfondimento, che ha segnato i giorni e i mesi successivi al voto del 4 marzo, per il Pd Abruzzo è arrivato il momento del cambiamento”.
Chi si illudeva che con queste parole il segretario abruzzese del Pd si dimettesse, resterà deluso. Rapino presenta un coordinamento che dovrebbe sovraintendere al partito, ma che nei fatti si traduce in altro immobilismo.
E' l'ennesimo annuncio machiavellico senza che alcun dirigente si assuma la responsabilità dei risultati ottenuti alle politiche, alle amministrative e soprattutto con la gestione infantile della doppia poltrona del senatore-governatore.
Ma Rapino sembra non aver vissuto in Abruzzo nell'ultimo semestre, come dimostrano le sue parole: “Un cambiamento sincero e profondo, per dimostrare ai cittadini che abbiamo compreso i nostri errori e le nostre debolezze e che parte, anche se questo è solo il primo step, dall'istituzione di un nuovo organismo, il Coordinamento del Pd Abruzzo, che accompagnerà il partito alle prossime elezioni e al congresso.".
E annuciando l'assemblea regionale (ma non la data esatta) sciorina i nomi dei nuovi componento di tale organo: Renzo Di Sabatino, Andrea Catena, i quattro segretari provinciali e nove membri scelti fra gli amministratori e i dirigenti del Pd: Chiara Zappalorto, Camillo D'Alessandro, Sandro Mariani, Massimo Cialente, Michele Fina, Marco Presutti, Gianluca Fusilli, Giacomo Cuzzi e Cristiana Canosa.
Insomma, passo indietro niente, scioglimento di strategie risultate fallimentari niente e con le regionali alle porte che portano in dote anche le prossime amministrative a Pescara.
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