Entrano nel vivo incontri e proposte per definire i candidati alle prossime elezioni regionali anticipate. Dopo le fughe in avanti della Lega e i sondaggi che preoccupano non poco Forza Italia, il nome nuovo sembra essere quello del senatore Gaetano Quagliariello come sfidante di Sara Marcozzi (M5s) e probabilmente di Giovanni Legnini (Pd).
Ecco cosa ne pensano alcuni esponenti del centrodestra abruzzese: Giandonato Morra (Fdi), Carola Profeta, (presidente regionale di Noi per la Famiglia) e Umberto Di Primio (sindaco di Chieti).
MORRA
“Sicuramente Gaetano Quagliariello è una persona di ottimo livello, ma non comprendo la genesi di questa candidatura e anche l’evoluzione delle amministrative a Teramo farraginose non mi fanno capire la ratio di questa proposta: vedremo come verrà giudicata”.
C'è il rischio che cittadini e imprese possano associarlo alla vecchia politica troppo spesso lontana dai territori? “Sicuramente non sarebbe una proposta nuova del centrodestra, di certo gli può essere riconosciuta esperienza. In realtà è una candidatura che mi ha un po’ sorpreso, è una candidatura un po’ complessa, vorrei capirne di più”.
Ma come vede invece il ruolo del civismo anche nella corsa ad un candidato diverso e meno consumato? “Il civismo è un valore, bisogna vedere la sua declinazione sul territorio. Spesso dietro al civismo, vi sono tutti politici di lungo corso. Dietro di esso vedo ricostruzione di carriere politiche e nello stesso tempo non linearità nelle scelte. In alcune amministrative, alcune civiche si professano di centrodestra e poi votano il centrosinistra, quindi il futuro della Regione deve essere preparare una forza omogenea di centrodestra che non debba solo vincere ma anche governare bene dopo questi anni bui”.
PROFETA
“Se c’è una cosa che può ricompattare il centrodestra in Abruzzo, è un programma serio, concreto, fattibile e condiviso. Personalmente, il toto nomi non mi appassiona. Ciò che avvicina le imprese, le associazioni, il mondo civile alla politica è, secondo me e secondo ciò che sento dagli umori della gente, che le persone vogliono un leader di un gruppo radicato nel territorio, che di quel territorio conosca pregi e difetti e che magari lo abbia già amministrato in qualche altra forma istituzionale. Deve essere un leader che abbia esperienza, coerenza, polso e sicuramente deve avere una storia politica precisa e definita. Personalmente farei fatica ad impegnarmi politicamente o candidarmi con una lista civica. Tra l’altro mi è stato chiesto ma ho sempre rifiutato".
"È sì vero che le liste civiche sono libere da schemi di partito e sono libere di decidere la propria azione di intervento ma lì c’è un po’ di tutto, ex comunisti, socialisti o democristiani. Sono una donna di destra e voglio fare politica con un simbolo di destra. Ciò non toglie che io stia seguendo delle realtà civiche in Abruzzo che potrebbero essere molto interessanti. Dipende anche dai candidati che avranno. Sicuramente su una cosa sono lapidaria: non sosterrò, né appoggerò mai una coalizione che al suo interno possa avere liste civiche di persone che hanno governato con D’Alfonso”.
DI PRIMIO
“Credo che non sia un problema di ricompattamento del centrodestra abruzzese - commenta l’attuale sindaco di Chieti - soprattutto alla luce delle ultime dichiarazioni, anche di rappresentanti della Lega. Credo che sia necessario trovare un’unità del centrodestra convinta intorno ad un nome. Gaetano Quagliariello è una persona di assoluto spessore e grande esperienza politica ma al di là del suo nome credo vi siano esperienze che possano consentire a lui di continuare a portare il nome dell’Abruzzo in Parlamento e a individuare il nome di un candidato per l’ Abruzzo che sia espressione più diretta del territorio?"
"Il problema non è Quagliarello, il problema è che la classe dirigente del centrodestra deve presto dare agli elettori di centrodestra e all’intera regione, il nome sul quale costruire non soltanto il progetto politico ma soprattutto il programma da offrire agli abruzzesi per i prossimi cinque anni di governo della Regione".
"Il ruolo del civismo? Importante a prescindere dal candidato. Io sono uno di coloro che con il civismo hanno vinto le elezioni, ma ritengo che il civismo non possa essere un modo per riciclare persone che hanno avuto già esperienze dirette nei partiti o ne sono rappresentanti. Il civismo è un valore aggiunto solo se raccoglie per davvero quella parte di cittadini e società che pur avendo simpatia per un’area politica non abbia mai ricoperto un ruolo diretto”.
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