No, né barzelletta né offesa. Anche se possono sembrare entrambe le cose. Piuttosto un colpo di coda.
Certo è che ci voleva un francese per far capire a tutti quanto sia diventata una ridicola facezia quest'Unione europea.
Emmanuel Macron, con sprezzo del ridicolo, ha provato a dimostrare le sue capacità di barzellettiere spiegandoci che lui e soltanto lui è il campione contro tutti i nazionalismi e tutti i populismi.
Ora, siccome sentire un francese tuonare contro il nazionalismo è -questa si!- una novità tutta da ridere, è chiaro che il giovanotto non dicesse sul serio.
Stava solo cercando di spostare l'attenzione fuori dai confini per far dimenticare ai suoi concittadini la sequela di errori politici (a cui s'aggiunge lo scabroso caso del bodyguard Benalla) che ne hanno fatto sprofondare la fiducia.
Ma ecco l'eccesso. L'errore grave che muta in offesa. Eccesso verbale frutto di quella insopportabile spocchia che lo frega e che gli fa superare il limite della decenza. Perché il signorino si è anche permesso di dire che "..se crolla un ponte se la prendono con l'Europa.." : frase che lo marchia di infamia e lo squalifica a vita.
Poiché non è solo una operazione ridicola, bugiarda e vergognosa mettere in campo una tragedia per attaccare un avversario.
No, quelle parole del presidente francese sono anche un'offesa diretta alle 43 vittime innocenti del crollo di Genova e all'Italia intera. Non c'è dubbio quindi che lo scodinzolante toyboy di donna Brigitte stavolta l'ha fatta fuori dal vaso.
Cosicché ha fatto bene Matteo Salvini a rintuzzare e non derubricare l'ennesima uscita scomposta dell'isterico custode della grandeur transalpina. Bisognerà pur ricordargli doveri e creanza a questo Macron. A lui e a tutti i suoi sostenitori. A cominciare da quelli interni. I Matteo Renzi, gli Enrico Letta e via discorrendo fino al riemerso Valter Veltroni: gente per la quale il popolo esiste e ha ragione solo se li segue, altrimenti sbaglia.
Ecco, per questi motivi quello che ha provato ad assestarci Macron, il loro campione, più che una barzelletta o un'offesa sembra proprio un colpo di coda.
Da parte di quei potentati politico-economico-finanziari che adesso, dopo la svolta italiana e nell'imminenza del voto europeo, al francese s'aggrappano per scongiurare la fine di questa Unione Europea.
Quella dove solo loro, i potenti, comandano e dove gli altri, tutti gli altri, possono soltanto ubbidire e chinare il capo.
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